Bohemian Rhapsody, il sequel possibile del film: ecco come potrebbe essere

Visto il grande successo di Bohemian Rhapsody, parliamo di come la storia dei Queen potrebbe continuare sullo schermo in un sequel.

Bohemian Rhapsody: Rami Malek in una foto del film
Bohemian Rhapsody: Rami Malek in una foto del film

Mentre scriviamo queste righe, Bohemian Rhapsody si appresta a superare il traguardo dei 600 milioni di dollari al box office globale. Un risultato notevole nel contesto di un mercato che privilegia il già visto (nell'attuale classifica dei film più visti del 2018 nel mondo, il film di Bryan Singer, che è in dodicesima posizione, è tra i pochi a non essere in qualche modo legato a un franchise), e che sta spingendo le varie major a cercare di replicare l'esperimento del musical, come dimostra il recentissimo annuncio del progetto della Universal che intende fare una sorta di Mamma Mia! basato sulle canzoni di Prince.
Per quanto riguarda Freddie Mercury e i Queen, si potrebbe ipotizzare un sequel, con un titolo del tipo The Show Must Go On, per raccontare ciò che accadde dopo il Live Aid, momento conclusivo del film. Uno scenario che trova il suo precedente addirittura in una delle prime versioni del progetto - di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Bohemian Rhapsody - quando Freddie doveva essere interpretato da Sacha Baron Cohen: stando all'attore inglese, l'idea propostagli da Brian May e Roger Taylor prevedeva che Freddie Mercury morisse a metà film e che il resto fosse incentrato sul futuro della band senza il principale portavoce. Ecco come, a nostro avviso, il gruppo potrebbe tornare nelle sale.

Cinema e colonne sonore, che passione!

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Bohemian Rhapsody: Rami Malek in un momento del film

Nel 1986, un anno dopo il Live Aid, uscì nelle sale Highlander - L'ultimo immortale, la cui colonna sonora contiene diversi brani dei Queen, inclusa la composizione originale Who Wants to Live Forever che commenta la struggente sequenza in cui l'immortale Connor MacLeod assiste al progressivo invecchiamento della moglie Heather. Parlarne sullo schermo aprirebbe la porta a una discussione più generale - e anticipata - dell'eredità della band nell'ambito dell'uso delle loro canzoni al cinema (Bohemian Rhapsody lo fa solo in parte, alludendo profeticamente a Fusi di testa) e consentirebbe anche di fare ricorso ai flashback per mostrare una delle omissioni più clamorose del film di Singer: la creazione del soundtrack della pellicola di culto Flash Gordon uscita nel 1980 e dotata di una certa importanza storica in quanto uno dei primi film ad affidare la colonna sonora a una rock band.

La morte di Freddie e la fine di un'era

Bohemian Rhapsody Rami Malek
Bohemian Rhapsody: Rami Malek in una scena del film

La pellicola di Singer ha anticipato al 1985 la rivelazione che Freddie Mercury avesse l'AIDS (una delle tante inesattezze ed errori di Bohemian Rhapsody perché in realtà la diagnosi ebbe luogo nel 1987), ma resta il fatto che, a differenza del conflitto interamente fittizio attualmente in sala, questo dettaglio potrebbe essere un'ottima fonte di tensione narrativa e di pathos, raccontando da un lato le difficoltà di Mercury nel privato (e dando il giusto spazio a Jim Hutton, con cui il cantante passò gli ultimi anni di vita) e dall'altro i dubbi legittimi sul futuro della band, che molti fan ritengono essere "morta" nel 1991 insieme a Freddie. Particolarmente d'impatto sarebbe il disaccordo tra il duo May-Taylor e John Deacon, il quale lasciò il gruppo (e successivamente si ritirò del tutto dal mondo della musica) proprio perché riteneva che non avesse senso continuare con il nome Queen senza la partecipazione di Mercury. Il suo addio ebbe luogo nel 1997, durante un'esibizione parigina in ricordo di Freddie con l'aiuto di Elton John (un cameo per il quale si potrebbe scomodare Taron Egerton, che lo interpreta nel biopic di prossima uscita Rocketman.) Esibizione che ruotò attorno al brano che darebbe il titolo al nostro sequel ideale e ne riassumerebbe lo spirito: lo spettacolo deve continuare.

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Queen +

Bohemian Rhapsody Gwilym Lee
Bohemian Rhapsody: Gwilym Lee in una scena del film

Il periodo successivo, dal 1998 al 2004, è quello in cui Brian May e Roger Taylor si esibivano regolarmente con diversi ospiti, usando l'appellativo Queen + per indicare la presenza delle varie guest star. Una fase che comporterebbe anche una trasferta italiana sullo schermo, poiché in quegli anni i due cantarono al fianco di divi come Luciano Pavarotti e Zucchero. E anche qui si parlerebbe di cinema, poiché nel 2001 è uscito nelle sale Il destino di un cavaliere, con varie canzoni della band, sia originali che cover (tra queste una reinterpretazione di We Are the Champions ad opera di Robbie Williams). Dal 2005 al 2009 si passò invece a Queen + Paul Rodgers, assegnando a quest'ultimo il ruolo di ospite permanente (e anche dopo la separazione, del tutto amichevole, Rodgers non ha mai escluso la possibilità di tornare sul palco insieme a May e Taylor).

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Adam Lambert e Queen Forever

Nel 2010 ci fu la separazione con la casa discografica EMI (che nel film di Singer avviene molto prima), mentre nel 2011 viene avviata la collaborazione con Adam Lambert, che il duo aveva conosciuto nel 2009 quando il giovane americano si classificò secondo nell'ottava edizione di American Idol. Ha così inizio la vera seconda vita dei Queen, ed è il punto ideale in cui concludere il film, o quasi: bisogna arrivare almeno al 2014, e all'omaggio finale a Freddie Mercury, con l'uscita dell'album celebrativo Queen Forever. Quel disco contiene tre brani inediti, tra cui un duetto con Michael Jackson intitolato There Must Be More to Life Than This. La frase giusta con cui ribadire il messaggio che molto probabilmente avrebbe questo secondo episodio cinematografico: la vita di alcuni di loro è stata breve, ma i Queen vivranno in eterno.