L'attesa sta per finire. A partire dal 5 settembre, Beetlejuice Beetlejuice approderà nelle sale italiane distribuito da Warner Bros. A 36 anni di distanza dall'originale, il 72enne Michael Keaton tornerà a indossare il sudicio completo a righe bianche e nere, divisa d'ordinanza dello spirito che si occupa di liberare i morti dalla fastidiosa presenza dei vivi. Torneranno anche le star Winona Ryder, ex adolescente depressa e dark oggi madre ansiosa di un'adolescente altrettanto ribelle che ha il volto di Jenna Ortega, e Catherine O'Hara nei panni della madre.
Di acqua sotto i ponti ne è passata dagli anni '80 e dal gusto per lo humor ingenuo e per le pellicole dal look artigianale che imperversava all'epoca. L'evoluzione tecnologica da un lato e l'adeguamento delle storie alla sensibilità moderna dall'altro hanno spinto gli autori a intraprendere nuove strade svecchiando generi come il fantastico e la commedia. Ma Tim Burton ha deciso di cavalcare l'effetto nostalgia per quello che promette di essere un ritorno alle origini come ha chiarito il suo protagonista Michael Keaton dichiarando: "Il sequel deve essere realizzato nel modo più simile possibile al primo film, usando effetti pratici, improvvisazioni e gag, tutto rigorosamente creato in modo artigianale". Ma cosa dobbiamo aspettarci da Beetlejuice Beetlejuice? Scopriamolo insieme.
Un sequel (im)possibile
Per anni si sono susseguite voci di un imminente seguito dell'irriverente cult di Tim Burton, Beetlejuice - Spiritello porcello. Nonostante i soggetti improbabili, tra cui si ricordano Beetlejuice and the Haunted Mansion, Beetlejuice Goes West e l'esotico Beetlejuice Goes Hawaiian, dove la Lydia di Winona Ryder invocava Beetlejuice per aiutarla a ostacolare la costruzione di un lussuoso e antiecologico resort progettato dal padre architetto, tutti i tentativi si sono rivelati fallimentari.
Naturalmente anche una schiera di sceneggiatori si è succeduta, affiancando Burton nel tentativo di aggiustare gli script sbilenchi fino a trovare l'idea giusta. Da Jonathan Gems a Daniel Waters, da Pamela Norris a Kevin Smith, che ha preferito declinare dichiarando: "Non abbiamo già detto tutto quello che dovevamo dire in Beetlejuice? Dobbiamo andare ai tropici?" Ma la collaborazione più tribolata è stata quella con l'autore di Orgoglio, pregiudizio e zombie Seth Grahame-Smith, che ha iniziato a lavorare a una sua idea per il sequel nel 2011 per poi rinunciare per via della difficoltà del progetto. "Ci sono 10 milioni di modi per sbagliare il sequel e quattro modi soli per farlo bene" dichiarò in seguito lo scrittore, che probabilmente non è riuscito a trovare uno dei quattro modi corretti.
Un cult per molti, ma non per tutti
Se la critica si è divisa di fronte allo spirito irriverente e alla gioia che trapela dalle invenzioni visive snocciolate in Beetlejuice, per molti la pellicola del 1988 è la più sgangherata a livello narrativo. Costato 13 milioni, il film si rivelerà un successo commerciale incassandone 74 e infatti la sua sua genesi è legata alla voglia di sfruttare l'estro di Tim Burton per un prodotto "bankable", cavalcando l'onda del successo delle commedie di fantasmi A produrre il film è la Geffen Film Company di David Geffen che dà a Burton la possibilità di sfogare la sua passione per gli effetti pratici, omaggiando George Méliès, Ray Harryhausen e la slapstick comedy.
A fianco di Alec Baldwin e Geena Davis, chiamati a interpretare i coniugi Maitland, una coppia di neomorti impegnati a disfarsi dei vivi che hanno occupato la loro amata dimora, a incarnare il bioesorcista spettrale sporco, sboccato e irriverente è il Michael Keaton pre-Batman, noto all'epoca principalmente come comico per i ruoli in Night Shift, Mister Mamma e Gung Ho. E poi c'è Winona Ryder che incarna l'alter ego del regista, perennemente vestita di nero e coi capelli scarruffati. Passata attraverso varie mani, la sceneggiatura del film è stata "aggiustata" più volte anche sul set grazie alla presenza di un cast di interpreti abituati all'improvvisazione. Del finale ne sono state girate varie versioni ed è stato il pubblico a scegliere quella definitiva durante le proiezioni test che hanno preceduto l'uscita nelle sale.
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Come sarà il nuovo Beetlejuice?
Da quanto anticipato, Beetlejuice Beetjuice ingloberà nella narrazione il salto temporale che intercorre tra il primo e il secondo capitolo. L'adolescente Lydia Deetz è adesso una donna matura e madre, a sua volta, di una sedicenne ribelle di nome Astrid, mentre Catherine O'Hara è diventata nonna. Il teaser di Beetlejuice Beetlejuice ha già anticipato la morte di un personaggio che determinerà il ritorno a casa di Lydia, ma stavolta ad attenderla non ci saranno Geena Davis e Alec Baldwin, assenti dal sequel. Non dovrebbe variare di molto lo humor sgangherato che caratterizza il bioesorcista, un po' invecchiato, ma coerente col passato nel look. Si prevede inoltre che, dopo aver preso di mira la povera Lydia minacciando di costringerla a sposarlo, la nuova "vittima" di Beetlejuice sarà Astrid, che evocherà lo spettro ripetendo a voce alta per tre volte il suo nome in un atto di aperta ribellione verso la madre. Ma senza i Maitland chi salverà Astrid dalle grinfie del fantasma sessuomane?
Naturalmente, a fianco dei ritorni c'è una schiera di nuovi personaggi preannunciati in parte dal trailer. Se Willem Dafoe si è lasciato sfuggire i primi dettagli sul suo poliziotto dell'aldilà, poco si sa del ruolo affidato a Justin Theroux, indicato semplicemente come Rory, mentre la principale novità riguarda il fatto che Beetlejuice avrà ora una moglie interpretata dalla bellissima Monica Bellucci, compagna di Tim Burton. La dimora dei Maitland, divenuta poi proprietà della famiglia Deetz potrebbe tornare o essere sostituita da una nuova magione mentre dovremmo rivedere il burocratico aldilà concepito di Tim Burton dove si consumano le scene più divertenti del primo film. Molto probabile, vista la passione del regista per la musica, la presenza di un numero musicale altrettanto spettacolare di quello della possessione dei Deetz sulle note di Banana Boat Song di Harry Belafonte. Se i tra i fan di Burton scatta il toto-canzone per provare a indovinare quale brano accompagnerà una scelta altrettanto iconica la riconferma del veterano Danny Elfman come compositore della score fornisce la garanzia di continuità sul piano sonoro in cui sperano i fan.