Con Avengers: Endgame, ora nelle sale italiane, si chiude un'era del Marvel Cinematic Universe, inaugurato undici anni or sono. Il film dei fratelli Russo è infatti la conclusione non solo della storyline iniziata nel 2018 con Avengers: Infinity War, in cui gli eroi più potenti della Terra affrontano il perfido Thanos, ma di tutto un blocco di storie che ha debuttato nel 2008, da Iron Man in poi. Il lungometraggio è pertanto pieno zeppo di omaggi e riferimenti a tutta la storia del franchise, in alcuni casi rivisitando direttamente eventi-chiave del passato tramite l'escamotage dei viaggi nel tempo. Come sempre, abbondano anche altri rimandi, cinematografici o meno. Ecco, come da consuetudine, la nostra panoramica delle curiosità su Avengers: Endgame e dettagli nascosti più significativi sul film, con la solita avvertenza: a differenza della nostra recensione di Avengers: Endgame, l'articolo contiene spoiler .
1. Tre registi al prezzo di uno
Alcuni dei registi legati al franchise sono noti anche come attori, motivo per cui li abbiamo talvolta visti sullo schermo (o, nel caso di Kenneth Branagh in Avengers: Infinity War, sentito la voce). Nel caso di Avengers: Endgame ne abbiamo ben tre, di cui due già abituati a presenze fisiche nei film: Jon Favreau, regista delle prime due avventure di Iron Man e interprete di Happy Hogan, e Taika Waititi, che dopo l'esperienza davanti e dietro la macchina da presa di Thor: Ragnarok torna nei panni di Korg. Il terzo è Joe Russo, presente nella scena del gruppo di sostegno: è quello seduto alla sinistra di Steve Rogers che si apre sul primo appuntamento che ha avuto nei cinque anni dopo la Decimazione.
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2. Questioni di comunità
Un altro elemento comunemente associato ai film Marvel dei Russo è la presenza di attori provenienti dalla serie TV Community, di cui i fratelli sono stati produttori esecutivi e registi. Questa volta, dopo le precedenti apparizioni di Danny Pudi e Jim Rash, tocca a Ken Jeong, alias Ben Chang, e Yvette Nicole Brown, ossia Shirley Bennett. Il primo appare all'inizio, nei panni dell'addetto alla sorveglianza del deposito dove si manifesta Scott Lang quando esce dal Regno Quantico; lei invece interagisce con Steve Rogers nel 1970, quando questi torna nel passato insieme a Tony Stark per rubare il Tesseract e le Particelle Pym dagli archivi dello S.H.I.E.L.D. nel New Jersey.
3. Cronologia, portami via
Salvo eccezioni, come dichiarato apertamente dal produttore Kevin Feige, le ambientazioni dei film del Marvel Cinematic Universe sono collocate più o meno nel periodo in cui escono, anche se il più delle volte mancano indicazioni precise sugli anni. In questa sede sono ufficialmente confermate le periodizzazioni di due film, tramite apposite didascalie durante la missione per recuperare le Gemme dell'Infinito nel passato: The Avengers, uscito nell'aprile/maggio del 2012, è situato cronologicamente in quell'anno, mentre Thor: The Dark World si svolge nell'autunno del 2013. Gli sceneggiatori ne approfittano anche per chiarire quando si svolgono gli eventi di Doctor Strange, sui quali c'era stata un po' di confusione da parte dei fan: quando Bruce Banner, sempre nel 2012, si reca alla sede dei maghi a New York, l'Antico gli fa presente che mancano circa cinque anni all'ascesa di Strange come difensore mistico della città, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017.
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4. Le frasi giuste
Il film è pieno zeppo di rimandi verbali, da ascoltare in lingua originale, come quando Steve Rogers, vedendo tutti gli eroi radunati intorno alle macerie del quartier generale degli Avengers per sconfiggere Thanos, pronuncia - finalmente - il suo celebre grido di battaglia tratto dai fumetti: "Avengers, assemble!". Ma il rimando più esilarante, su più livelli, è nella sequenza del 2012, quando il Rogers di oggi riesce a farsi dare la Gemma della Mente dagli agenti doppiogiochisti fingendosi uno di loro, sussurrando "Hail Hydra" nell'orecchio di Sitwell. L'allusione diretta è a Captain America: The Winter Soldier, dove tale frase veniva usata da vari rappresentati delle forze governative che lavoravano di nascosto per la famigerata organizzazione terroristica, ma c'è anche un altro significato, più beffardo: per i lettori dei fumetti, è impossibile non pensare alla controversa storyline del 2016 dove, tramite un'alterazione della realtà, viene svelato che Rogers è sempre stato al servizio dei cattivi.
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5. Questione di firme e di viaggi nel tempo
Mentre gli Avengers discutono sulle possibili ramificazioni dei viaggi nel tempo, War Machine e Ant-Man citano film e serie TV che hanno trattato l'argomento, tra cui il franchise di Star Trek. Ed è proprio l'universo di Gene Roddenberry che è oggetto dell'omaggio più toccante nell'intero film, situato nei titoli di coda: dopo le immagini di tutti gli attori apparsi nel lungometraggio, mancano ancora quelle dei sei Avengers originali. Queste appaiono accompagnate dagli autografi dei rispettivi interpreti, concludendosi, ovviamente, con quello di Robert Downey Jr., ed è difficile pensare che non sia voluta la citazione di Star Trek VI: rotta verso l'ignoto, il film di commiato dell'equipaggio classico dell'Enterprise, dove la medesima soluzione visiva fu adottata nei credits come addio da parte degli attori.