La saga di Alien riparte e lo fa col piede giusto grazie al film di Fede Alvarez che il nostro cuore di appassionati della franchise inaugurata negli anni '70 da Ridley Scott e proseguita grazie al genio di James Cameron. Dopo qualche episodio meno a fuoco, si torna nello spazio profondo in cui nessuno può sentirci urlare per una ripartenza in linea con temi e atmosfere del capostipite, a bordo di un'altra stazione spaziale abbandonata, la Romulus che dà il titolo al film, per ritrovarci ancora una volta faccia a faccia con uno xenomorfo.
Come al solito per i film che attirano maggiormente l'attenzione del pubblico, abbiamo chiesto un parere sintetico ai nostri redattori per non limitarci alla sola recensione, di cui trovate un estratto e il link a seguire, ma proporvi un'opinione più sfaccettata e ricca di sfumature, dando spazio anche a pareri meno entusiasti e darvi un'idea più completa di quello che potete aspettarvi da Alien: Romulus e dal lavoro di Fede Alvarez, capace di far ripartire questa saga così amata e longeva.
La recensione di Antonio Cuomo
[...] Non possiamo dire che Alien: Romulus sia una sorpresa, perché un po' ce la aspettavamo che fosse un buon film sin dalle prime notizie, le prime immagini, il primo trailer, in un cammino di consapevolezza che si andava via via a comporre. Possiamo però dire, da amanti della saga inaugurata nel 1979 da Ridley Scott, che è stato una gioia, un nuovo punto di partenza da cui iniziare il cammino verso un futuro che può essere ricco e interessante. Incassi permettendo, perché oggi è sempre quella l'incognita con cui tutti devono scontrarsi, anche quando la qualità c'è, come in questo caso. [...]
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Le opinioni della redazione
Più sfumature, dicevamo, ma sulla stessa falsariga: come vedrete a seguire, Alien: Romulus ha convinto la nostra redazione grazie alla sua capacità di tornare alle radici ci una saga che ci ha sempre appassionati. Tornare al passate, alle origini, alle basi, per costruire qualcosa di nuovo in futuro. Questo sembra il senso del nuovo progetto, che però non rinuncia ad affrontare i suoi temi classici in maniera moderna, considerando l'evoluzione che il mondo ha avuto dall'uscita del primo capitolo di Ridley Scott a oggi.
Il ciclo di Alien
La saga di Alien vive di cicli e ri-cicli, dove tutto torna ma è sempre diverso e dove le idee e le ispirazioni sono sempre e volutamente riutilizzate. Anche Prometheus, che pure poteva essere un film completamente diverso dal capostipite del franchise, ha sfruttato la formula principe della serie: una nave, un equipaggio, un mondo sconosciuto, qualcosa di mortale da combattere. È horror e mistero, thriller e fantascienza, tutto insieme in una riproposizione costante e disordinata di capitoli, che deragliano non appena si discostano dai binari concettuali alla base di tutto. Allora cosa fanno Ridley Scott e Fede Alvarez? Aggiornano il target e sviluppano Alien: Romulus, che non guarda però solo al primo capolavoro del 1979 ma anche ad Aliens - Scontro finale di James Cameron, il film più action e unico del franchise, utilizzando pure delle idee lanciate nei prequel della saga. Deve anche molto ad Alien: Isolation e alle intuzioni scenografiche e d'atmosfera ideate per creare la Sevastopol, la stazione orbitante al centro della trama. Un progetto che porta Alien direttamente alla Gen Z, che è sveglia e consapevole quanto basta per reagire, al netto dei loro limiti generazionali (che poi alla fine sono anche i nostri). Teso, ben concepito e con alcune sequenze da spezzare il fiato. Peccato per lo spreco di potenziale generico di molti virtuosismi tecnici mancati, ma è un Alien che funziona. (Luca Ceccotti)
Voto: ☆☆☆
Un passo indietro per balzare avanti
C'è una dura ma necessaria lezione che andrebbe inculcata a forza nella testa dei produttori hollywoodiani, soprattutto quelli legati ai grandi brand: a volte è necessario fermarsi e tornare al punto di partenza invece di ostinarsi a portare avanti i concept in modo sconsiderato. Si tratta di una lezione che troppo spesso viene ignorata (cough...Indiana Jones...cough!), ma che nel caso di Alien Romulus ha dato i suoi frutti. Non c'è praticamente nulla di nuovo nel nuovo capitolo della saga degli xenomorfi, nessun elemento che aggiunga altra carne (o melma nera) alla lore già fin troppo complessa degli alieni, e tutto il film è in sostanza un gigantesco omaggio ai capitoli precedenti, con tanto di strizzatine d'occhio ai fan della serie e citazioni ostentate e perfino superflue. Ma.
Alvarez dirige con mano ferma e sicura e si preoccupa principalmente di riportare la narrazione all'estetica sporca, disperata e hard-boiled del primo film, cesella un horror efficace che fa leva tanto sulla paure primordiale legata alla profanazione e alla deformazione del corpo, quanto sulla disumanizzazione della scienza e dell'avidità umana, e questo al netto di qualche sbavatura nella sceneggiatura e di interpretazioni non sempre a fuoco. Ovvero un benedetto, necessario e insperato ritorno alle origini. (Massimiliano Ciotola)
Voto: ☆☆☆☆
Un post umanesimo inclusivo
Il senso di Alien: Romulus è racchiuso probabilmente in una sequenza in cui assistiamo al rinvenimento di quello che sembra un reperto archeologico, recuperato da chissà dove, raffigurante una vecchia conoscenza, e portato in proscenio, come per ripresentato al pubblico di oggi. Álvarez e Sayagues tornano all'origine del genere del franchise e fanno un horror / slasher dal sapore classico recuperando tutti i temi tradizionali della fantascienza: le derive del capitalismo, la germofobia, l'intelligenza artificiale e le forzature dell'evoluzione umana.
Quello che è interessante è la riflessione moderna sul postumanesimo, concentrato nella figura di un androide visto come un fratello e non più come una minaccia, tant'è che egli diventa la metafora principale della dualità di uomo - macchina tipica della condizione attuale. Una tappa verso un'era in cui l'umanità rischia di non essere più prevista. I giovani lottano per evitarlo, cercando un sogno nuovo in cui poter tracciare la propria strada, lontana dalle divisioni del passato. (Jacopo Fioretti)
Voto: ☆☆☆ ½
Finalmente un film pop come si deve
Che bravo, Fede Alvarez. Che bravo, a riportarci lassù, dove nessuno può sentirti urlare. Un viaggio nello spazio ansiogeno di una delle saga sci-fi più influenti della storia. A metà tra i primi due capitoli, Alien: Romulus è cinema di fantascienza alla vecchia maniera. Atmosfera tesissima che sembra di stare a leggere un libretto dell'Urania, e poi la grana grossa e spessa, l'azione dosata al millimetro, la scenografia e la colonna sonora di Benjamin Wallfisch. Un insieme di intenti che, uniti, funzionano senza mai tregua, e anzi procedendo verso un percorso cinematografico di sostanza, spettacolarità e intelligenza narrativa. Menzione speciale alla protagonista, Cailee Spaney. Non solo l'erede di Sigourney Weaver, ma anche e soprattutto rising star di un Hollywood in costante cambiamento. Sì, finalmente un film pop come si deve. (Damiano Panattoni)
Voto: ☆☆☆ ½
Lo Xenomorfo torna a fare paura
Nello spazio nessuno può sentirti urlare ma nella sala sì, ed è una pratica piuttosto molesta. È stato comunque difficile trattenere le esclamazioni di soddisfazione ed entusiasmo nel vedere finalmente una pellicola che riesce a restituire quelle sensazioni provate anni or sono davanti ai primi due film di una saga talvolta decisamente abusata. Fede Álvarez compie quindi quello che, fino a qualche anno fa, avremmo ritenuto un miracolo: riuscire ad appassionare e accontentare vecchi e nuovi fan con un lungometraggio sì un po' ruffiano, ma anche ricco di tante idee intelligenti e funzionali. Lo Xenomorfo non ha mai smesso di fare paura ma se inserito in un contesto che ne esalta la presenza scenica, oltre che l'incredibile e perfetta letalità, può ancora regalarci dei bei brividi. Divertitevi quindi a cercare tutte le citazioni e gli elementi presi dai precedenti film, ricollocati in una narrazione moderna ed efficace anche grazie alle ottime interpretazioni del cast e in particolare della sempre più brava Cailee Spaeny. Vogliamo altri film, subito! (Erika Sciamanna)
Voto: ☆☆☆☆