Adolescence in prima fila agli Emmy: perché è l’indiscussa miniserie dell’anno

Il dramma psicologico Adolescence, tutto girato in piano sequenza, sfiderà The Penguin ai prossimi Emmy Award: analizziamo i motivi per cui la miniserie Netflix potrebbe raccogliere un plebiscito ai premi della TV.

Adolescence: un'immagine dell'episodio 3

Se c'è una serie TV che, nel corso dell'ultimo anno, è stata in grado di ricavarsi un posto di rilievo nel dibattito collettivo, andando ben oltre la cerchia dei cultori del piccolo schermo, e che ha saputo rappresentare uno spaccato della nostra società in maniera quanto mai vivida e incisiva, si tratta senz'altro di Adolescence. Approdata su Netflix quasi in sordina lo scorso 13 marzo, senza poter contare né su grandi campagne pubblicitarie, né sulla presenza di nomi di richiamo, la miniserie britannica creata da Jack Thorne e Stephen Graham ha potuto contare in compenso su un passaparola sensazionale: un passaparola che, stimolando l'interesse di un pubblico sempre più ampio e variegato, ha trasformato Adolescence in un autentico fenomeno di massa su scala mondiale.

Adolescence: violenza e malessere nella serie dei record

Adolescence Graham Cooper
Adolescence: un'immagine del primo episodio

Per provare ad esprimere con la concretezza delle cifre la misura di tale popolarità, basti considerare che Adolescence si attesta attualmente come la quarta serie di maggior successo nell'intera storia di Netflix, con oltre centoquaranta milioni di visualizzazioni sulla piattaforma nei primi tre mesi di programmazione, preceduto soltanto da Mercoledì e dalle prime due stagioni di Squid Game. Un risultato ancora più clamoroso alla luce della natura dell'opera: un dramma psicologico che, senza ricorrere a facili spettacolarizzazioni, né ai ritmi di un thriller tradizionale, ci mostra da varie angolazioni le dinamiche e le conseguenze del femminicidio compiuto in un'imprecisata città inglese, di cui è vittima una ragazza tredicenne, Katie Leonard, e per il quale viene arrestato un suo compagno di classe, Jamie Miller, interpretato dall'esordiente Owen Cooper.

Adolescence Immagini
Un'immagine di Owen Cooper e Stephen Graham

Sviluppata nell'arco di quattro episodi, ciascuno raccontato da una prospettiva differente e calato in uno specifico momento della storia, la miniserie di Thorne e Graham è riuscita a catturare l'attenzione degli spettatori in virtù di un approccio basato su un solido realismo, lontano dai cliché di tanti titoli analoghi, e di una messa in scena particolarmente incalzante e immersiva: ogni puntata, infatti, è costruita dal regista Philip Barantini mediante un unico piano sequenza di circa un'ora di durata, una scelta oggetto di discussione - e ammirazione - fra critici e appassionati. Non c'è da stupirsi, pertanto, che Adolescence sia in concorso agli Emmy Award 2025 con un totale di tredici nomination: saranno sufficienti a farlo diventare, nella cerimonia del 14 settembre, la miniserie più premiata della 77esima edizione?

Adolescence, recensione: una storia drammatica in un grande piano sequenza Adolescence, recensione: una storia drammatica in un grande piano sequenza

Gli altri candidati, da Monsters a The Penguin

Monsters
Monsters – La storia di Lyle ed Erik Menendez: un'immagine di Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch

Scorrendo l'elenco dei candidati di quest'anno, nella categoria per la miglior miniserie o serie antologica altre due opere battono la bandiera di Netflix: si tratta della settima stagione della serie distopica Black Mirror e del crime drama Monsters - La storia di Lyle ed Erik Menendez. Non è azzardato pronosticare che, tuttavia, la concorrenza 'interna' in casa Netflix non sarà un problema per Adolescence: Black Mirror parte con dieci nomination (più di tutte le stagioni precedenti), ma è un prodotto ormai lontano dall'entusiasmo degli scorsi anni e senza concrete speranze di vittoria nelle categorie principali; Monsters - La storia di Lyle ed Erik Menendez può contare su undici nomination, ma le reazioni polarizzate della critica e il carattere controverso della vicenda non lo rendono certo il favorito in termini di premi.

Colin Farrell
The Penguin: un'immagine di Colin Farrell

A completare la cinquina sono Dying for Sex della FX, con nove nomination in tutto, ma le cui chance si concentrano essenzialmente sulla protagonista Michelle Williams per l'Emmy come miglior attrice, e infine The Penguin, su cui vale la pena soffermarsi maggiormente. Nato dalla penna di Lauren LeFranc come spin-off televisivo del film The Batman di Matt Reeves e trasmesso con ottimi riscontri dalla HBO nell'autunno 2024, sulla carta The Penguin potrebbe apparire come il candidato da battere fra le miniserie: la storia del criminale Oz Cobb, conosciuto come il Pinguino, si è aggiudicata ben ventiquattro nomination, quasi il doppio rispetto ad Adolescence, e vede un irriconoscibile Colin Farrell lanciatissimo per l'Emmy come miglior attore, dopo aver già vinto il Golden Globe e lo Screen Actors Guild Award per il suo ritratto del celebre villain di Batman.

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Le previsioni sugli Emmy: un plebiscito per Adolescence?

Adolescence Uk
Adolescence: Stephen Graham nel ruolo di Eddie Miller

Eppure, nonostante la disparità nel numero di candidature, la nostra previsione è che a fare incetta di trofei la notte del 14 settembre sarà invece Adolescence, che nelle categorie di maggior peso potrebbe arrivare a raccogliere addirittura quattro o cinque statuette: in primo luogo gli Emmy per la sceneggiatura e la regia, categoria quest'ultima in cui lo straordinario lavoro di Philip Barantini, con quei long take che hanno richiesto un'eccezionale perizia tecnica, di certo non passerà inosservato. Ci sono poi gli interpreti, con ben cinque membri del cast di Adolescence in lizza per l'Emmy: lo stesso Stephen Graham come miglior attore nella parte di Eddie Miller, il padre di Jamie; come miglior attore supporter Owen Cooper e Ashley Walters, che presta il volto al detective Luke Bascombe, e come miglior attrice supporter Erin Doherty (la psicologa forense Briony Ariston) e Christine Tremarco (Manda Miller, madre di Jamie).

Una Scena Di Adolescence
Un'immagine di Erin Doherty e Owen Cooper

Un assoluto plebiscito per Adolescence potrebbe portare anche a un Emmy per l'interpretazione dolente e rabbiosa di Stephen Graham, sebbene il favorito nella categoria rimanga Colin Farrell; la sua comprimaria in The Penguin, Cristin Milioti, è in gara per il ruolo dell'antagonista di Cobb, l'aspirante boss Sofia Falcone, ma dovrà vedersela con Michelle Williams, lanciatissima per Dying for Sex. Dove invece potrebbero imporsi gli interpreti di Adolescence è nelle categorie dei non protagonisti: nel terzo episodio, Erin Doherty e il giovanissimo Owen Cooper offrono due prove da applauso nel loro serratissimo faccia a faccia fra psicologa e paziente, e non sarebbe affatto una sorpresa se entrambi fossero premiati. E qualora i risultati aderissero più o meno a questo scenario, per Adolescence sarebbe inevitabile la vittoria dell'Emmy Award come miglior miniserie.

Adolescence ha trasformato l'ex Tommy di The Snatch in un autore sicuro di sé Adolescence ha trasformato l'ex Tommy di The Snatch in un autore sicuro di sé

Una serie intergenerazionale che ci racconta chi siamo

Adolescence
Un'immagine di Christine Tremarco e Stephen Graham

Al di là dei numeri, dei record e dei pronostici nelle altre categorie, c'è una ragione per cui la miniserie Netflix gode di un vantaggio forse incolmabile su The Penguin e Monsters: si tratta del senso di 'universalità' di un racconto polifonico capace di suscitare un coinvolgimento diretto e profondo in molteplici tipologie - e generazioni - di spettatori. Per certi versi, è la situazione opposta rispetto ai suoi due principali concorrenti, il cui appeal è esercitato su una fascia di pubblico ben precisa e circoscritta: The Penguin si rivolge espressamente ai fan dell'universo della DC Comics e poi, su un piano più ampio, agli amanti del filone sui gangster; Monsters fa leva sulla diffusa passione per il true crime, ricostruendo una vicenda di cronaca calata in un contesto molto specifico, l'America altoborghese a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta.

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Owen Cooper nel ruolo di Jamie Miller

Adolescence, al contrario, potrebbe essere definita la perfetta serie sul nostro Zeitgest: ci fa toccare con mano il malessere, i modelli distorti, la sotterranea frustrazione della cosiddetta Generazione Alfa (quella dei nati a partire dal 2010); l'impatto dei social media sui comportamenti e sulla psiche, ma anche sul linguaggio giovanile; ci costringe a confrontarci con il fatto che la misoginia e la violenza non siano mali 'alieni', ma possano germogliare nella più ordinaria realtà familiare; e ci richiama tutti, adulti e ragazzi, alle nostre responsabilità morali, passando attraverso la giustizia, la scuola e l'ambiente domestico. È la serie che ha ricevuto l'endorsement del Premier britannico Keir Starmer e gli strali di matrice razzista ("propaganda anti-bianca") di Elon Musk. E soprattutto, è la serie di cui parlare e su cui riflettere anche al di là dell'amore per la TV, perché ci induce a mettere in gioco noi stessi, come individui e come società. Cosa chiedere di più alla serie dell'anno?

  • Miglior miniserie: Adolescence (runner-up: The Penguin)
  • Miglior regista: Philip Barantini, Adolescence (runner-up: Jennifer Getzinger, The Penguin)
  • Miglior attore: Colin Farrell, The Penguin (runner-up: Stephen Graham, Adolescence)
  • Miglior attrice: Michelle Williams, Dying for Sex (runner-up: Cristin Milioti, The Penguin)
  • Miglior attore supporter: Owen Cooper, Adolescence (runner-up: Javier Bardem, Monsters - La storia di Lyle ed Erik Menendez)
  • Miglior attrice supporter: Erin Doherty, Adolescence (runner-up: Jenny Slate, Dying for Sex)
  • Miglior sceneggiatura: Jack Thorne, Stephen Graham, Adolescence (runner-up: Lauren LeFranc, The Penguin)