Un'isola, una tempesta che incombe, una famiglia che si ritrova per festeggiare le nozze d'oro dei patriarchi: a due anni di distanza da L'estate addosso, Gabriele Muccino torna a girare in Italia, realizzando un film, A casa tutti bene, nelle sale dal 14 febbraio, in cui è difficile non riconoscere elementi autobiografici.
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Alba (Stefania Sandrelli) e Pietro (Ivano Marescotti) hanno tre figli, Carlo (Pierfrancesco Favino), Sara (Sabrina Impacciatore) e Paolo (Stefano Accorsi), i primi due impegnati nel ristorante di famiglia, l'ultimo sempre lontano, che ha lasciato la vita concreta nell'impresa dei genitori per seguire le sue ambizioni di scrittore. Tutti loro hanno situazioni sentimentali difficili, con mogli, ed ex mogli, che ormai non amano più o con cui non riescono a convivere, figlie con cui trascorrono sempre meno tempo e mariti che in apparenza sono perfetti ma non vedono l'ora di raggiungere le proprie amanti. Alla grande festa arrivano tutti: cugini, zii e vecchi dissapori mai sotterrati. Inevitabile lo scontro e la tragedia greca: quello che doveva essere un momento felice, diventa il palcoscenico su cui sfogare anni di rabbia repressa.
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Dopo la parentesi americana, Muccino torna al cinema che gli è più congeniale, quello fatto di storie corali incentrare su dinamiche di coppia e familiari, con tutti i suoi temi cardine, dal tradimento al desiderio di fuga, passando per le litigate urlate a frequenze altissime e personaggi perennemente affannati o in corsa. Nel bene e nel male, A casa tutti bene è un film mucciniano al cento per cento. Abbiamo incontrato il regista a Roma, insieme alle attrici Stefania Sandrelli ed Elena Cucci, che interpreta Isabella, madre di una bambina con una cotta mai assopita per il cugino Paolo.
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Un film che parla di donne
Per il regista romano, A casa tutti bene è un film che parla sopratutto delle donne: "Gli uomini sono meno complessi delle donne" ci ha detto, proseguendo: "Le donne sono più sofisticate e hanno sempre tessuto le fila del villaggio: gli uomini andavano a cacciare, avevano un compito molto semplice, le donne invece parlavano, discutevano e tramavano. Quindi sono geneticamente e ancestralmente molto più complesse degli uomini".
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