A Cannes Il nastro bianco di Haneke e A l'origine di Giannoli

Dopo la caotica giornata di ieri letteralmente monopolizzata dal film di Quentin Tarantino ed i suoi divi, sulla Croisette le cose ritornano un pochino alla normalità con due film in

Dopo la caotica giornata di ieri letteralmente monopolizzata dal film di Quentin Tarantino e i suoi divi, sulla Croisette le cose ritornano un pochino alla normalità con due film in concorso decisamente meno glamorous: A l'origine del francese Xavier Giannoli e Il nastro bianco (Das Weiße Band) dell'austriaco Michael Haneke.
Il film francese racconta la storia di un truffatore che si fa passare per il responsabile di un cantiere autostradale riuscendo così ad ingannare un'intera regione. Fin quando in un piccolo paese attraversato dall'autostrada che sta costruendo incontra una donna, il sindaco del comune, per cui per la prima volta sembra provare sentimenti di affetto e che lo costringe così a rivedere la sua vita fatta di bugie e falsità. Prodotto da Luc Besson e interpretato da tanti volti noti del cinema francese quali François Cluzet, Gérard Depardieu e Emmanuelle Devos (qui a Cannes con altre due pellicole, Les herbes folles e Coco avant Chanel - L'amore prima del mito), il film è stato accolto calorosamente dalla stampa alla proiezione di questa mattina e potrebbe anche inserirsi a sorpresa nella corsa per la Palma d'oro.

Tanti applausi anche per il film di Haneke che racconta con bellissime immagini in bianco e nero e prive di commento musicale la storia di un paesino della Germania nel periodo 1913-14, focalizzandosi sui personaggi - ed in particolare nel rapporto tra genitori e figli - e su alcuni misteriosi incidenti ai danni di abitanti dello stesso villaggio. Il film è un potente e riuscito sguardo alla generazione di tedeschi su cui convegerà il nazismo qualche anno dopo, e allo stesso tempo anche un riuscito ritratto della vita di un paese rurale di circa un secolo fa.
Leggi la nostra recensione de Il nastro bianco

Tra gli altri eventi del giorno l'opera prima (fuori concorso) A Town Called Panic dei cinesti belgi Vincent Patar e Stéphane Aubier. Il film è realizzato con la tecnica dello stop-motion (quella di Nightmare Before Christmas e Wallace & Gromit) e racconta la storia di due amici pasticcioni che per sbaglio "regalano" ad un amico che festeggia il proprio compleanno una vagonata di mattoni che finisce col distruggergli la casa. I due cercheranno ovviamente di rimediare finendo però per peggiorare ulteriolmente le cose per l'intero villaggio. Pur ricco di trovate originali e divertente, il film lamenta però una una realizzazione tecnica non all'altezza dei più illustri predecessori e soprattutto una certa ripetitività, tanto che, nonostante la durata di un'ora e un quarto, finisce ben presto per stancare.
Sempre fuori concorso anche il malese Min Ye di Souleymane Cissé, commedia sul tema della poligamia, e Sam Raimi che arriva sulla Croisette insieme ai protagonisti del suo Drag Me to Hell divertente horror/comedy già presentato ieri alla stampa.
Leggi la nostra recensione di Drag me to Hell