X-Files, Chris Carter: "Realizzare il remake sarà dura, oggi è tutta una cospirazione"

L'autore dello show originale è tornato a parlare del reboot di Ryan Coogler in fase di sviluppo

X-Files, Chris Carter: 'Realizzare il remake sarà dura, oggi è tutta una cospirazione'

Il creatore di X-Files Chris Carter non è coinvolto nel prossimo reboot di Ryan Coogler, ma in una nuova intervista rilasciata a Inverse, ha dichiarato di non avere alcuna riserva nel lasciare che qualcun altro dia la propria impronta al suo amato franchise.

"È interessante, la gente dice: 'Non sei possessivo verso la serie?'. E io rispondo: 'No, non vedo l'ora di vedere cosa ne farà qualcun altro'", ha dichiarato Carter, aggiungendo di aver avuto una "conversazione davvero piacevole" con Coogler quando quest'ultimo ha proposto alla Fox la sua idea di reboot di X-Files.

"Gli ho semplicemente chiesto quali fossero le sue idee, e lui me le ha spiegate, e io ho gli ho risposto: 'Mi sembrano buone idee'", ha continuato Carter. "A prescindere da tutto, ha un lavoro difficile che lo aspetta. Il casting sarà duro. Il montaggio anche. Tutti i problemi che ho affrontato io saranno problemi suoi adesso".

"Oggi ci sono cospirazioni ovunque"

C'è anche un altro fattore che non renderà la vita facile al reboot di X-Files: le teorie cospirazioniste sono ormai la norma grazie ai social media. Nello show, il Mulder di David Duchovny era un profiler criminale e un teorico della cospirazione che credeva nel soprannaturale. La Scully di Gillian Anderson era un medico e una scettica.

X-Files, Chris Carter sul reboot di Ryan Coogler: "Ha ottime idee e il cast sarà eterogeneo"

"Tutto è una cospirazione", ha sospirato Carter parlando con Inverse. "Nessuno sa quale sia la verità. Ora è completamente soggettiva e relativa".

Carter ha ricordato le teorie cospirazioniste scoppiate per l'assenza dagli eventi pubblici di Kate Middleton il mese scorso. Alla fine ha rivelato di essersi allontanata dai riflettori a causa di una diagnosi di cancro.

"Riuscite a immaginare, prima di tutto, di essere malati e che poi chiunque avrà un'opinione in merito?", ha proseguito Carter. "La cosa più privata diventa la cosa più pubblica, e poi la cosa più fraintesa".