War of the Worlds, Ice Cube motiva il fallimento del film: "L'abbiamo girato in 15 giorni durante il Covid"

Un film realizzato nel pieno della pandemia, girato a tappe forzate e accolto con sarcasmo dalla critica: War of the Worlds con Ice Cube è diventato un caso cinematografico, non per i suoi meriti, ma per le surreali condizioni della sua produzione.

Una scena di War of the Worlds

Girato nel 2020 e rimasto inedito per cinque anni, War of the World è approdato ad agosto su Prime Video, raccogliendo recensioni impietose e un'accoglienza che sfiora la leggenda del flop. Ora l'attore protagonista Ice Cube ha raccontato le retroscena di un set caotico, svelando dettagli che suonano come un'ammissione d'impotenza ineluttabile.

Ice Cube racconta il disastroso War of the Worlds

L'uscita su Prime Video di War of the Worlds sembrava destinata a passare inosservata, ma le recensioni ne hanno decretato la sorte di culto negativo. Con un misero 4% su Rotten Tomatoes, un 6 su Metacritic e un desolante 2,5/10 su IMDb, la pellicola è stata presa di mira dal pubblico, divenendo bersaglio di ironie e commenti al vetriolo. Eppure, dietro questo naufragio c'è una storia che spiega, almeno in parte, il perché del disastro.

Botte da prof.: Ice Cube in una scena del film
Ice Cube in una scena

In una conversazione con lo streamer Kai Cenat, Ice Cube ha raccontato senza mezzi termini che il film venne realizzato in condizioni proibitive, in piena pandemia da COVID-19: "Abbiamo girato questo film durante il COVID. Lo abbiamo completato in 15 giorni. Il regista non c'era, gli attori non c'erano. Era l'unico modo per portarlo a termine".

Un set senza guida artistica, una troupe ridotta e un copione da rispettare a ogni costo: l'equazione perfetta per trasformare un progetto ambizioso in un pasticcio produttivo.

Questa versione contemporanea del capolavoro di H.G. Wells è stata confezionata più come un esercizio di sopravvivenza che come un film vero e proprio. La sceneggiatura firmata da Kenneth Golde e Marc Hyman immaginava un analista di sicurezza informatica che scopre una minaccia interna al sistema, ma la messa in scena è stata cannibalizzata da una serie di scelte narrative discutibili, tra cui l'ossessiva presenza del marchio Amazon.

Dalla fantascienza al product placement estremo

Se l'idea iniziale era quella di dare nuova linfa al classico della letteratura fantascientifica, il risultato è sembrato piuttosto un lungo spot pubblicitario. Il protagonista, un fattorino in uniforme che guida un camion brandizzato, diventa simbolo di un racconto piegato alle esigenze di marketing.

War Of The Worlds
Locandina di War of the Worlds

Intere sequenze mostrano droni di consegna, schermate di checkout e persino un espediente grottesco: un senzatetto corrotto con una gift card da mille dollari. Non stupisce che i critici abbiano bollato la pellicola come un "commercial di due ore".

Il cast, sulla carta promettente, comprendeva Eva Longoria, Clark Gregg, Andrea Savage, Henry Hunter Hall, Iman Benson, Devon Bostick e Michael O'Neill. Tuttavia, la loro presenza non è bastata a salvare un progetto in cui mancava la coesione di regia e il respiro di una produzione normale.

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Il pubblico ha rapidamente riconosciuto le fragilità di un film nato da compromessi, che oggi rimane un esempio di come la pandemia abbia costretto Hollywood a sperimentare strade improbabili.