Viaggio nel cinema americano: Milos Forman

Nell'ambito degli incontri organizzati dalla Festa del Cinema di Roman, è la volta di un regista che che ha saputo raccontare il mondo contemporaneo con grande humour e lucidità.

La Festa del Cinema, Studio Universal e la Fondazione Musica per Roma, dopo il grande successo dell'evento di ottobre che ha goduto della partecipazione di più di 150 mila persone, ripropongono Viaggio nel cinema americano a cura di Antonio Monda e Mario Sesti: gli incontri con grandi personalità del cinema più famoso che ci sia e che negli anni scorsi ha visto come protagonisti grandi autori e attori come Spike Lee, Sidney Pollack, Arthur Penn, i fratelli Coen, Frances Mc Dormand, Jane Fonda, David Lynch, Sidney Lumet, Jonathan Demme. Stavolta ci sarà un regista che ha saputo raccontare il mondo contemporaneo da Praga a New York, con una lucidità spietata e uno humour carico di inconfessabile disperazione: Milos Forman.
Non c'è epoca che non abbia rivoltato come un calzino (dalle velleità della rivoluzione dei costumi degli anni '70 in Taking Off all'età barocca di Mozart in Amadeus), non c'è potere dello Stato di cui non abbia messo in luce la vocazione repressiva (dal socialismo reale in Gli amori di una bionda, alla democrazia americana in Larry Flint) o il caos che la fobia per la libertà genera al suo interno (Hair, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Al fuoco, pompieri!, Man on the Moon): specialista della black comedy, ha un occhio clinico e infallibile per toccare in profondità i suoi personaggi e chiavi segrete per alimentare il chiaroscuro drammatico e grottesco del racconto. Alla vigilia dell'uscita in sala del suo nuovo film, Goya's Ghosts, con Javier Bardem e Natalie Portman, il regista cecoslovacco che fuggì negli USA mentre i carri armati russi invadevano Praga negli anni '60, commenterà alcune delle più belle scene dei suoi film scelte insieme ai curatori.