La conclusione di Il Trono di Spade continua a far discutere come un vecchio falò che non si spegne mai. Tra appelli, petizioni e infinite discussioni sui social, l'ombra dell'ultimo episodio grava ancora sulla memoria di una delle serie più amate di sempre. Ora, Nikolaj Coster-Waldau, interprete di Jaime Lannister, offre la sua prospettiva, meno polemica e più disincantata rispetto al coro dei fan.
Nikolaj Coster-Waldau rompe il silenzio
Per otto stagioni, Nikolaj Coster-Waldau ha incarnato Jaime Lannister in Il trono di spade, il cavaliere ambiguo e tormentato, e non sorprende che il suo destino abbia acceso tanto dibattito. Lui e Cersei, travolti dalle macerie della Fortezza Rossa, hanno avuto una morte che molti hanno giudicato troppo semplice, quasi banale, rispetto alla trama di intrighi e rivalità che li circondava. Non pochi spettatori avrebbero preferito vederli cadere sotto la lama di un nemico storico, e non sotto le pietre.

Eppure, per l'attore danese, il clamore suscitato da quelle scelte è stato un eccesso che col tempo ha assunto tratti fastidiosi. "Era prevedibile. Come puoi mai realizzare una fine che possa soddisfare tutti? È una cosa molto difficile. Credo assolutamente che le persone abbiano diritto a qualsiasi opinione, ma resta pur sempre una serie televisiva. Qualcuno ti ha raccontato una storia e a te non è piaciuto il finale. Questo dissapore è davvero irritante..." ha confessato a The Independent. Le sue parole suggeriscono una distanza necessaria: accettare che le storie appartengono anche a chi le racconta, e non solo a chi le guarda.
Il dibattito infinito e le voci del cast
Non è la prima volta che un attore della saga prende posizione sull'argomento. Kit Harington, alias Jon Snow, aveva già ammesso di avere sentimenti contrastanti: da un lato comprendeva le critiche, dall'altro deplorava la violenza verbale che aveva colpito i colleghi. "Ognuno ha diritto alla propria opinione," disse, "ma credo che verso la fine ci siano stati errori narrativi, forse." Una visione equilibrata che riconosce le difficoltà creative senza giustificare gli attacchi personali.

Più netto fu Peter Dinklage, che difese il finale liquidando le proteste come una reazione emotiva dei fan: "Erano arrabbiati con noi perché li stavamo lasciando." Parole che trasformano la rabbia in una forma di malinconia collettiva, quasi fosse una separazione sentimentale.
Intanto, chi spera in un esito diverso per Westeros può soltanto guardare alle pagine ancora inedite di George R. R. Martin: il sospirato The Winds of Winter. Lì, forse, si nasconde la chiusura alternativa che milioni di spettatori hanno immaginato. Sempre che Martin riesca a concluderlo, tra ritardi, pressioni e perfino i rimproveri dei fan durante gli incontri pubblici.