Strappare Lungo i bordi, Zerocalcare commenta su Twitter le polemiche sul dialetto nella serie Netflix

Zerocalcare ha parlato, e sì, ancora in romanesco: l'autore di Strappare lungo i bordi ha risposto su Twitter alle polemiche sull'uso 'eccessivo' del dialetto nella serie Netflix.

In Strappare lungo i bordi si parla troppo dialetto romano? Ecco il commento di Zerocalcare sulla polemica riguardante il linguaggio utilizzato nella sua serie Netflix.

Se avete già visto Strappare lungo i bordi, la serie animata ideata da Zerocalcare arrivata in questi giorni su Netflix, avrete notato che tutti i personaggi (eccetto l'armadillo a cui presta ancora una volta la voce Valerio Mastrandrea) sono doppiati dallo stesso autore nel suo inconfondibile stile romanesco.

Una scelta creativa che non è stata apprezzata da tutti - sebbene la serie sia stata accolta positivamente dai più, entrando di diritto anche nella Top 10 dei contenuti più visti di Netflix - e che sta prendendo la forma di una vera e propria polemica sul web.

Sui social si leggono infatti commenti di utenti che lamentano la poca comprensibilità del parlato e di altri che sono convinti che, se si abbandonasse il dialetto locale per l'italiano, si otterrebbe un prodotto di maggiore qualità. Quale che sia la ragione dietro le lamentele, ne è ormai nata una questione, che Zerocalcare sembra avere così commentato su Twitter.

Dopotutto, l'autore aveva già affrontato il discorso in un'intervista con Fanpage, dove spiegava che "le persone che ammiro di più e che mi fanno più ridere al mondo sono le persone che riescono a switchare su registri linguistici diversi, a passare da uno molto aulico a uno molto basso, dialettale. Sono le persone che rispetto di più al mondo. Per me, paradossalmente, il romano è la lingua della comfort zone: io parlo più romano nelle interviste che con mia madre, non perché lo devo ostentare ma perché è la mia questione identitaria, che mi fa sentire trincerato nel mio fortino".

E aggiungeva poi, sempre nella stessa intervista: "Questa cosa di dividere i registri per me è sempre funzionale a raccontare i contrasti: un piano più astratto, quello in cui si fanno discorsi più ampi e di respiro, contrapposto al piano dell'intimo, in cui mi piace che il linguaggio sia più diretto, più aderente a quello che usiamo veramente. Tra l'altro, il dialetto non si usa mai nei cartoni animati, nei quali magari, nel caso dei cartoni per adulti, ci può stare la parolaccia. Mi piaceva tanto il fatto di mettercelo dentro".