Samantha Cristofretti, ospite della prima serata dell'Ultrapop Festival 2021, ha descritto il suo rapporto con l'universo Nerd, svelando cosa pensa dei film The Martian e Gravity e quanto sono verosimili e realistici.
A distanza di 6 anni dal suo ritorno sulla Terra, dopo 199 giorni trascorsi nello spazio, Samantha Cristoforetti è intervenuta durante il panel inaugurale della seconda edizione dell'Ultrapop Festival, rispondendo così alle domande di Antonio Moro, Direttore Editoriale di Lega Nerd, alcune delle quali riguardanti film e serie TV. L'astronauta italiana ha quindi commentato due celebri film sci-fi, ovvero Sopravvissuto - The Martian e Gravity, sottolineando i pregi e i difetti di entrambi.
Per quanto riguarda il film diretto da Ridley Scott, uscito proprio nell'anno in cui lei ha concluso la sua missione spaziale, l'aviatrice classe 1977 ha voluto sottolineare il fatto che si tratti comunque di un adattamento di un libro che lei stessa definisce molto geek, firmato da Andy Weir. "Nel finale il film si è preso molta più libertà hollywoodiana rispetto al romanzo, che però potevano anche risparmiarsi perché non credo abbia aggiunto valore all'opera letteraria", ha dichiarato Cristoforetti, spiegando perché in questo caso si possa parlare più di 'fanta' che di 'scienza': "Tutta la parte survival, di sopravvivenza su Marte, non è realistica perché non può andarti bene tutto, non puoi avere così tanta fortuna che ogni cosa che ti viene in mente ti va bene. Non è realistica, ad esempio, la tempesta iniziale perché su Marte la pressione atmosferica è bassissima, quindi una tempesta con quella violenza non potrebbe esistere. Però è plausibile, nel senso che ognuna di queste cose prese singolarmente ha un suo senso scientifico.".
Facendo invece riferimento al film del 2013 diretto da Alfonso Cuarón, Samantha Cristoforetti dichiarato: "Quel film è paradossale, perché c'è una ricostruzione grafica perfetta. Cioè, quella è la stazione spaziale. Guardi il film ed è come essere lì sulla stazione spaziale". Subito dopo aver elogiato il lungometraggio con Sandra Bullock dal punto di vista visual, però, l'ingegnera italiana ne ha sottolineato il difetto più grande, ovvero l'inverosimilità di ciò che viene narrato: "Non c'è una cosa che succede in quel film che sia plausibile. È tutto un errore di fisica fondamentale. Ci sono quindi questi due aspetti opposti, quello di estremo realismo per quanto riguarda la riproduzione grafica ed estremo irrealismo nei fatti che succedono". E se la gente comune, nel momento in cui guarda il film, potrebbe lasciarsi travolgere dalla drammaticità di determinate scene, non è stato affatto così per Samantha Cristoforetti la prima volta che ha visto l'opera di Cuarón: "Ho riso come una pazza. Ero al cinema e la gente probabilmente mi ha presa per pazza perché il film era drammatico ed io ridevo in continuazione. Ogni momento succedeva una cosa assurda ed io scoppiavo a ridere e c'erano le persone che mi guardavano".