"Soltanto ora so cosa è importante nella vita: sapere che nulla è importante" ha detto una volta Roman Polanski, che ora con la stessa sfrontata franchezza si spoglia di ogni messa in scena e si mette a nudo in un documentario che è una dolorosa confessione. Roman Polanski: A Film Memoir è una corsa lunga ottant'anni attraverso il Novecento, dai rastrellamenti nel ghetto di Cracovia agli arresti domiciliari sulle Alpi svizzere passando per il Sessantotto e Hollywood, la tragedia dell'assassinio della giovane moglie incinta Sharon Tate e il trionfo dell'Oscar per Il Pianista, il discusso arresto nel 1977 e l'attuale vita professionale e personale in Francia al fianco della moglie Emmanuelle Seigner, la fama e la vergogna. Il racconto tutto d'un fiato di una vita sempre sotto i riflettori, al di qua e al di là della macchina da presa. Gli incontri con Andrew Braunsberg sono stati registrati durante un soggiorno di Polanski nella sua casa di Gstaad dove, nel 2009, è stato costretto a restare agli arresti domiciliari per diversi mesi. Le conversazioni sono arricchite da sequenze dei film di Polanski, estratti di servizi giornalistici, ritagli stampa, foto personali mostrate in esclusiva, e documenti che testimoniano la straordinaria vita del regista.
Insieme al film il libro Pianeta Polanski, a cura di Giacomo Mondadori, offre una panoramica non convenzionale sull'opera di un grande maestro, e raccoglie - oltre ad un contributo critico di Emanuela Martini e ad estratti dal film - anche la sezione "Times New Roman - Otto scrittori raccontano il cinema di Polanski", con interventi di Flavia Piccinni (Il coltello nell'acqua), Alberto Garlini (Cul de sac), Francesca Scotti (Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York), Elisabetta Bucciarelli (Chinatown), Sebastiano Mondadori (L'inquilino del terzo piano), Martino Gozzi (Frantic), Cosimo Calamini (L'uomo nell'ombra) e Sabrina Paravicini (Carnage).