Richard Linklater ha rivelato di essere ancora traumatizzato dall'esperienza vissuta durante le riprese del film La vita è un sogno a causa del comportamento della Universal.
Il regista ha infatti raccontato che solamente ricordando quanto accaduto prova delle forti emozioni negative.
L'autore del film con Matthew McConaughey e Parker Posey aveva un'idea precisa per quanto riguarda l'approccio che avrebbe dovuto avere il progetto: "Pensavo che gli anni Settanta facessero schifo. Il film avrebbe dovuto essere un film contro la nostalgia, ma è come fare un lungometraggio contro la guerra: semplicemente rappresentando la situazione la rendi divertente. Volevo girare un film realistico per teenager, molti progetti avevano troppi elementi drammatici e trama, ma la vita degli adolescenti è maggiormente all'insegna della ricerca del party più divertente, di qualcosa di bello, dell'inseguire senza sosta qualcosa che non troverai mai e, anche se ci riuscissi, non apprezzarlo mai realmente".
Richard Linklater aveva quindi pensato a un film che fosse completamente ambientato a bordo di una macchina e che seguisse quattro giovani che consegnavano pacchi. Il filmmaker ha quindi spiegato i problemi con la produzione. "Soffro ancora di stress post traumatico quando penso a quanto sia stato difficile girare La vita è un sogno".
Tom Pollock, presidente dello studio, aveva infatti chiesto di tenere d'occhio il regista sul set ed era preoccupato all'idea che gli interpreti non seguissero una sceneggiatura precisa: "L'improvvisazione è stata una delle cose che hanno reso nervoso lo studio, ma ha aggiunto molto più umorismo. Non tutti riescono a cogliere l'atmosfera di ciò che stai cercando di fare. C'era un attore, Shawn Andrews, che non stava esattamente andando d'accordo con il resto del cast, quindi ho modificato degli elementi per dare più spazio al ruolo di Matthew McConaughey".
Durante il montaggio la Universal ha poi causato non pochi problemi: "Le persone sembravano aver realmente apprezzato il film, ma le loro valutazioni riguardanti alcuni aspetti erano sempre più basse di quanto si attendevano i produttori, elemento che confermava le paure dello studio che temevano facessi un film artistico. Volevano che mettessi della musica contemporanea o effettuassi delle riprese aggiuntive. Non ho accolto nessuna delle loro stupide idee".
Linklater non ha guadagnato quasi nulla tramite gli incassi del film a causa delle spese necessarie a creare la colonna sonora e ha aggiunto: "Non credo sia il mio film migliore, ma rappresenta un rito di passaggio per una generazione e anche persone che non erano nemmeno nate in quegli lo apprezzano molto. Si tratta di una reazione che conferma come l'adolescenza non cambi mai realmente".
Dalla Trilogia a Boyhood: il ritmo della vita nel cinema di Richard Linklater