Parasite, il regista e i molti oggetti costosi della casa: "avevo paura di toccarli"

Bong Joon Ho, il cast e la troupe di Parasite erano letteralmente terrorizzati dai molti oggetti costosi presenti nella casa in cui si sono svolte le riprese del film

Parasite, diretto da Bong Joon Ho, primo film sudcoreano a venire candidato ai Premi Oscar, vincendone quattro, tra cui quello per il miglior film, deve gran parte dei suoi forti effetti visivi alla casa, costruita da un architetto immaginario, di proprietà della ricca famiglia Park. Quando la governante accoglie per la prima volta Kim Ki-woo, alias di Kevin, gli dice che la casa è stata costruita da Namgoong Hyunja, famoso architetto coreano: anche questa è soltanto un'altra invenzione del regista. "Lo scenografo ha avuto un esaurimento nervoso ogni santo giorno", ha dichiarato Bong. Gli oggetti di scena, i mobili e i dipinti erano molto costosi, quindi la frase: "Fai attenzione!" era diventata una specie di motto della troupe.

Quello che sembra essere un palazzo è solo un mondo molto elaborato costruito secondo le indicazioni di Bong, per questo motivo i filmati, provenienti da quattro set diversi, sono stati uniti l'uno all'altro in post-produzione. L'arredamento, dai tavoli alle sedie, alle lampade, è stato realizzato su misura da un falegname modernista di nome Bahk Jong Sun, scelto per la sua estetica elegante e spigolosa.

Lo scenografo esigeva il massimo rispetto da parte di Bong, del cast e della troupe, e voleva che tutti stessero attenti agli oggetti di scena, per fare qualche esempio, ecco quanto costavano: il tavolo, costruito in legno di ciliegio, costava 19,800 dollari; il tavolo da pranzo in cui la signora Park incontra per la prima volta Kevin ben 22.300 dollari e le sedie valevano 2.100 dollari ciascuna.

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"Il cestino della spazzatura costava 2.300 dollari! Era tedesco." Ha raccontato Bong. "Io e la troupe ci siamo detti: 'Ma che cazzo? Quale razza di idiota compra un cestino così costoso che, prima o poi, puzzerà comunque?'" Tuttavia, il cestino non è stato scelto soltanto per il suo valore intrinseco, bensì perché era molto telegenico: Bong ne voleva uno con un coperchio cinematografico: "Ne volevo uno che si aprisse senza intoppi con la semplice pressione di un piede e che, una volta rilasciato, si sarebbe chiuso silenziosamente come si vede nei video generati dalla computer grafica."