Locarno 2011: Premio Boccalino a Kati Outinen e Narim Turebayev

Il premio della critica indipendente va alla meravigliosa protagonista di Le Havre e al kazako Solnetchniye dni. Premiato anche il documentario dello svizzero Danilo Catti dedicato agli operai ticinesi.

In attesa della proclamazione dei vincitori del 64° Locarno Film Festival che avverrà stasera in Piazza Grande, cominciano ad arrivare le notizie sui premi collaterali. Ieri è stato consegnato il Premio Boccalino, tradizionale riconoscimento della critica indipendente giunto ormai all'11° edizione.

Ecco la lista dei vincitori:

Film più significativo del festival
Solnetchniye dni di Narim Turebayev
Perché il film è bello come un tappeto kazako, forte e ben annodato, capace di raccontare una solitudine anonima e perciò collettiva. Con un protagonista capace di spogliarsi di tutto per trovare infine la libertà. Film mai ripetitivo, segnato da un paesaggio antropico e naturalistico, quello di Alma Ata, mai pretestuoso, anzi necessario Menzione speciale a Saudade di Katsuya Tumita
Per la capacità di raccontare il nostro mondo senza menzogna e con quella lucidità pasoliniana che rende grande fare il cinema Miglior attrice del festival[PEOPLE]
Kati Outinen[/PEOPLE] per Le Havre di Aki Kaurismaki
Perché la poesia si un autore ha sempre bisogno delle parole e Kati Outinen è la più bella "parola" delle poesie di Kaurismaki Menzione speciale a Takaaki Nomi per Saya-zamurai di [SHOW]Hitoshi Matsumoto
Per un'interpretazione che lo porta nel magico olimpo degli attori indimenticabili Al personaggio più significativo del festival Mario Pini il proiezionista Perché la sua uscita di scena segna il tempo che cambia il cinema. Primo proiezionista in Piazza Grande, con le storiche macchine a carbone, dopo quarant'anni smette di illuminare il grande schermo affidato ormai all'elettronica più spinta. A lui il riconoscimento di chi ha amato il grande Cinema in una grande Piazza. Al film che meglio rappresenta i valori di cultura e società
1 due 100 Officine di Danilo Catti Per il miglior documentario di impegno sociale e civile che ha riaffermato il seme vivo di popoli, migranti e lavoratori che si ribellano a un mondo ingiusto, dominato da logiche, politiche e comportamenti antiumani. Per le ragioni vive, fatte di carne e sangue, dei lavoratori, in questo caso ticinesi, a dimostrazione che le contraddizioni interne al pensiero unico che si trasforma in sistema economico unico mondiale, sono sempre più evidenti e incalzanti.