Lo squalo compie 43 anni: ecco come il film ha quasi rovinato Steven Spielberg!

Realizzare il secondo film più spaventoso di sempre, per Spielberg, non è stata una passeggiata.

Lo Squalo - una scena del film di Spielberg
Lo Squalo - una scena del film di Spielberg

Lo squalo è un'opera seminale nella carriera di Steven Spielberg. La pellicola che oggi compie 43 anni è diventata un cult immortale penetrando indelebilmente nell'immaginario collettivo.

Ma sul set non sono state tutte rose e fiori, come svela Inside Jaws, serie di podcast in cui viene ricostruita la lavorazione della pellicola del 1975 che, a quanto pare, è stata costellata di insidie. Nessuno di coloro che ha vissuto quell'esperienza nel lontano 1975 si sarebbe aspettato di vedere il film diventare il secondo film più spaventoso di tutti i tempi secondo l'American Film Institute. Di seguito ecco tutte le insidie che hanno minacciato di mandare a monte la lavorazione rovinando per sempre Spielberg.

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1 - Lo squalo non funzionava mai

Lo squalo meccanico usato per le riprese era piuttosto difettoso. Tutte le volte che ha fatto cilecca, è stato creativamente sostituito dalla presenza di barili gialli, i quali simboleggiavano il suo arrivo o la sua presenza. Infatti la prima volta che lo vediamo è già passata un'ora e venti di film. Questo cruccio tormentò Spielberg per tutta la lavorazione, impedendogli di dormire o facendogli fare incubi in cui veniva trascinato in fondo all'oceano. L'unico modo per calmarsi era mettere del sedano nel cuscino così da respirarne l'aroma nel sonno.

2 - La lavorazione è passata da 50 a 155 giorni

Le riprese nell'Oceano Atlantico non hanno aiutato certo a rispettare i tempi di lavorazione. Spielberg si è trovato a dover far fronte all'aumento di budget e a continui ritardi, mentre i produttori minacciavano di staccare la spina in continuazione. A un certo punto l'Orca, la barca usata nel film, si guastò e cominciò a inabissarsi con il cast e la crew a bordo, ma per fortuna la produzione riuscì a inviare una seconda barca con i soccorsi e a salvare il girato. Il momento più divertente del documentario The Shark Is Still Working, dedicato alla lavorazione, vede Spielberg intento a urlare: "Fate scendere gli attori dalla barca", al che il sound engineer John Carter replica "Si fottano gli attori, salvate il sound department!"

Lo squalo: Richard Dreyfuss e Robert Shaw davanti alla terrificante creatura
Lo squalo: Richard Dreyfuss e Robert Shaw davanti alla terrificante creatura

3 - Spielberg ha avuto un attacco di panico in aeroporto dopo la fine delle riprese

Nell'ottobre del 1974, le riprese de Lo squalo finalmente terminarono con notevole ritardo. Mentre Steven Spielberg stava tornando a Los Angeles venne colpito da un attacco di panico nel bel mezzo del Boston Logan Airport. Il motivo? Lo stress causato dalla lavorazione del film il cui budget era lievitato fino ad arrivare a 9 milioni di dollari, il doppio di quanto inizialmente previsto, e i feedback di Universal Pictures tutt'altro che favorevoli. La pellicola si rifarà incassando 470 milioni e diventando un cult.

4 - La sceneggiatura veniva riscritta quasi ogni giorno

A causa delle continue liti sul set lo script veniva modificato quasi quotidianamente e Spielberg si è trovato costretto a improvvisare di continuo, includendo nuovi elementi come i barili gialli. Il regista rileggeva il copione la mattina a colazione e poi si recava sul set dove spesso doveva arrangiarsi. La sequenza in cui Roy Scheider esclama "Ti servirà una barca più grande" è stata improvvisata il giorno delle riprese.

5 - Nel celebre incipit l'attrice viene trascinata dalla crew

Quando la dolce e innocente Chrissie (Susan Backlinie) diventa la prima dello squalo nella sequenza d'apertura, Spielberg decise di rendere più autentico il momento aggiungendo un elemento di sorpresa. Susan indossava un'imbracatura attaccata a delle corde che la crew è stata invitata a tirare senza informarla, così la reazione di shock sarebbe stata più credibile.

Lo squalo: una scena di paura collettiva
Lo squalo: una scena di paura collettiva

6 - Per anni Spileberg è tornato sui luoghi del film per superare il trauma

Nel corso di un'intervista con Entertainment Weekly, Steven Spielberg ha ammesso di aver impiegato anni prima di superare il trauma del film. "Ho dovuto lavorare sulla mia mente, perché ero traumatizzato. Mi sedevo su quella barca da solo per ore e tremavo. Le mie mani tremavano. Quell'esperienza mi ha sconvolto, ma mi ha dato la libertà creativa per il resto della mia carriera".

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