Gli spettatori noteranno subito qualcosa che distinguerà A Knight of the Seven Kingdoms, la prossima serie HBO tratta dalle opere di George R.R. Martin, dalle altre due serie di arrivate sul piccolo schermo finora, ovvero Il Trono di Spade e House of the Dragon.
Stiamo parlando dell'assenza di una sigla principale all'inizio di ogni episodio. Invece di un'animazione estesa con una colonna sonora orchestrale, l'ultimo spin-off ambientato a Westeros includerà una semplice sigla con caratteri tipografici medievali tra l'inizio dell'azione di ogni episodio. È un chiaro segnale per il pubblico che sta per vivere un'esperienza diversa da quella a cui è abituato.
È in linea con i romanzi brevi Dunk and Egg di George R. R. Martin su cui è basato. A Knight of the Seven Kingdoms non ha la portata massiccia, per esempio, di House of the Dragon. È più simile a una storia dai toni più leggeri incentrata sui personaggi che popolano il mondo del Trono di Spade.
A Knight of the Seven Kingdoms avrà un tono molto diverso
"Tutte le decisioni sono da ricondurre a Dunk, che ha cercato di trasmettere la sua personalità in ogni aspetto di questa serie, persino nella sigla", ha dichiarato Ira Parker, ex sceneggiatore di House of the Dragon e co-creatore di questa serie di sei episodi insieme a Martin.
"Le sigle dell'originale [Il trono di spade] e di House of the Dragon sono grandiose, epiche e incredibili. La colonna sonora di Ramin Djawadi è orchestrale, imponente e bellissima. Non è proprio lo stile di Dunk. Lui è schietto, semplice e va dritto al punto. Non è un tipo appariscente".
L'attore irlandese Peter Claffey, ex giocatore di rugby apparso in Bad Sisters e nel film Small Things Like These, è il protagonista di A Knight of the Seven Kingdoms nel ruolo di Dunk, scudiero di un "cavaliere errante", difensore vagabondo del regno non legato ad alcun signore o casata in particolare.
Il Trono di Spade e House of the Dragon: due modi di concepire una sigla
Le due sequenze d'apertura condividono alcuni elementi visivi e musicali, ma si differenziano profondamente per tono e significato. La sigla de Il Trono di Spade è costruita come una mappa tridimensionale di Westeros ed Essos: una sorta di planisfero meccanico che si anima mentre la macchina da presa vola sopra città, castelli e terre note della saga. Ogni episodio aggiornava la mappa per riflettere gli spostamenti dei personaggi, sottolineando così la dimensione politica e geografica della serie.
Quella di House of the Dragon, invece, è più intima e simbolica. Pur mantenendo la musica di Ramin Djawadi, abbandona la mappa e sceglie un linguaggio visivo più allegorico: un flusso di sangue che scorre tra canali e incisioni su un modello di pietra, evocando l'albero genealogico dei Targaryen. Ogni diramazione rappresenta una generazione, e il sangue che scorre simboleggia l'eredità, la violenza e il legame familiare - temi centrali nella serie. Dove la sigla del Trono di Spade mostrava un mondo in espansione, quella di House of the Dragon si chiude su se stessa, riflettendo una storia concentrata su una sola casata e sulle dinamiche distruttive del potere interno.