Joker sarà anche da Oscar ma non è da TIME, a giudicare dalla stroncatura che il magazine statunitense ha riservato al film di Todd Phillips, presentato in anteprima mondiale a Venezia 2019 appena pochi giorni fa.
Ci si aspettavano grandi cose dal villain di Joaquin Phoenix e, a giudicare dalla pluralità di reazioni, compresa la nostra (trovate qui la recensione di Joker), le "grandi cose" sono arrivate. D'altronde nei giorni precedenti al Festival era stato proprio il direttore artistico Alberto Barbera ad avvertire che Joker, questo cinecomic sui generis, aveva tutte le carte in regola per splendere alla prossima notte degli Oscar. A patto, però, che in nessuna delle giurie che assegnano le statuette più ambite del cinema ci sia qualche critico del TIME. Nel giorno di presentazione a Venezia 2019, il magazine ha pubblicato una stroncatura durissima che non lascia scampo, in definitiva, a niente e nessuno.
A cominciare proprio da Joaquin Phoenix, che viene pur ritenuto da Stephanie Zacharek, autrice dell'articolo, un attore superbo, ma non in questa occasione. La sua performance viene definita talmente caricata e disperata da risultare caricaturale e aggressiva. Anche se, viene specificato, la colpa non è imputabile solo all'attore quanto al regista, Todd Phillips, che è il vero destinatario degli strali. Si legge: "Il regista Todd Philipps [...] porta buona parte della colpa, ed è lui il solo a dover rispondere per l'idiozia aggressiva e irresponsabile di Joker. Phillips vorrebbe farci credere di aver fatto un film sulla vacuità della nostra cultura, in realtà ci sta solo propinando un ottimo esempio di ciò".
Il filo conduttore della narrazione? Nemmeno a parlarne: non esiste. "Joker - che è scritto da Phillips e Scott Silver - non ha un plot, è più come un'accozzaglia di GIF messe insieme". Joker, insomma, per il TIME è un'operazione non solo priva di quella profondità emotiva e intellettuale di cui gli addetti ai lavori avevano precedentemente parlato, ma è anche un oggetto vacuo e poco onesto. Almeno in base a quanto si legge poco più in basso: "Le crepe del film sono piene di filosofia fasulla. Joker è un film oscuro in maniera stupidamente adolescenziale, ma vuole che noi spettatori crediamo che ci stia impartendo una raffinata saggezza politica o culturale. Poco prima di una delle scene più violente, Arthur riflette: "tutti si urlano addosso. La civiltà non esiste più". Ma chi non la pensa in questo modo nei nostri terribili tempi moderni? L'osservazione di Arthur è talmente scontata, un messaggio che può essere utilizzato da chiunque per qualunque scopo. Non significa nulla".
Se siete arrivati fin qui, significa che che siete anche molto curiosi della stoccata finale del TIME a Joker, che in effetti arriva quando l'articolista nota come Arthur Fleck voglia farsi ispiratore di "caos e anarchia, ma in base al film sembra che stia davvero per cominciare una rivoluzione dove i ricchi vengono distrutti, i poveri ottengono ciò di cui hanno bisogno, chi è triste perchè non riesce ad avere un appuntamento diventa un eroe assassino. Da qualche parte c'è uno scherzo malsano. E, sfortunatamente, è per noi".
E proprio a noi, futuri spettatori delle prodezze di Joaquin Phoenix nei panni del villain di Gotham City, cosa resta di Joker dopo una simile pietra tombale? L'attesa per il suo arrivo nelle sale italiane, a partire dal prossimo 3 ottobre.