Il premio Oscar Javier Bardem è un fiume in piena nella masterclass tenutasi al Lumiere Festival di Lione, diretto da Thierry Fremaux. Il divo ricostruisce le fasi salienti della propria carriera e affronta il tema spinoso del caso Woody Allen, distanziandosi dalle dichiarazioni dei colleghi e affermando la sua fedeltà al regista newyorkese.
Dapprima Javier Bardem si è soffermato a lungo sulla sua carriera in Spagna, ricordando l'ingaggio da parte di Bigas Luna nel 1992 per Prosciutto prosciutto, in cui interpretava il ruolo di uno dei uomini che perseguitavano una giovanissima Penelope Cruz, sedicenne all'epoca delle riprese. Vent'anni dopo i due attori si sarebbero sposati. Nonostante la natura lasciva del film, Javier Bardem ha parlato di Bigas Luna come di un regista che nutre "grande rispetto e tenerezza nei confronti degli attori".
Nel 2008 Woody Allen ha girato in Spagna Vicky Cristina Barcelona, ingaggiando Bardem. Il divo ammette di non aver avuto quasi contatti sul set con Woody Allen e confessa di temere che il regista quasi non sapesse chi fosse, ma è pronto a difendere Woody Allen dalle critiche condannando il pubblico linciaggio a cui è stato sottoposto: "Al tempo in cui ho girato Vicky Cristina Barcelona, le accuse contro Allen erano ben note da 10 anni e due stati degli USA lo avevano ritenuto non colpevole. Se mai la sua situazione legale cambiasse, potrei cambiare idea, ma per il momento non concordo col pubblico linciaggio a cui è stato sottoposto e se Woody mi chiamasse lavorerei con lui anche domani. E' un genio".
Javier Bardem non ha peli sulla lingua neppure quando si tratta di commentare il flop di Il tuo ultimo sguardo, diretto da Sean Penn nel 2016: "Credo che sia giusto che sia stato un flop. Il film lo meritava. Il cast e la crew hanno investito tanto, ma lungo il cammino qualcosa è andato perso." Bardem ricorda con tristezza il passaggio del film al Festival di Cannes concordando sulla scelta di proteggere le pellicole dal giudizio critico posticipando l'anteprima stampa: "Il red carpet del film sembrava un funerale, è stata dura. Quando lavori devi pensare di stare sempre girando un capolavoro, ma nessuno, neanche il regista, può stabile come il film verrà accolto. Alla fine ogni opera è un caso".
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