Sono trascorsi già quindici anni dalla realizzazione de Il labirinto del fauno e, per celebrare questo anniversario, l'Academy Museum of Motion Pictures ha organizzato una roundtable con Guillermo del Toro, Doug Jones e il direttore della fotografia Guillermo Navarro.
Come riportato da The Hollywood Reporter, Guillermo del Toro ha dichiarato a proposito del suo Il labirinto del fauno: "Dopo i successi di Hellboy e Blade II, mi hanno offerto qualsiasi film ad altissimo budget. Ero davvero tentato e non sapevo se produrre uno di quei film ad alto budget oppure Il labirinto del fauno".
Il regista ha proseguito: "Mi piace muovermi tra grandi e piccoli film perché questo comportamento ti consente di essere onesto e, allo stesso tempo, impaurito. Sono entrambi aspetti importanti. Tutto ciò che poteva andare storto durante le riprese de Il labirinto del fauno andò storto!".
Il regista ha rivelato: "La crew pensava che io fossi completamente pazzo. L'arrivo di Doug Jones, un americano vestito da fauno durante il periodo fascista, mi è costato ulteriori accuse. I miei film non hanno mai senso. Non li ho mai presentati ai produttori ottenendo applausi meravigliati. Pensavo fossero per una nicchia di pubblico. Dubito che a qualcuno interessi la storia di un pesciolone stravagante!".
Quindici anni dopo Il labirinto del fauno, Guillermo del Toro sta scrivendo con Cornelia Funke il romanzo tratto dal film, sta ultimando la realizzazione di Pinocchio per Netflix, si sta occupando della produzione di Haunted Mansion per Disney+ e di Scary Stories to Tell in the Dark 2 e, soprattutto, ha diretto un film che è stato nominato agli Oscar nella categoria Miglior Film (ne abbiamo parlato nella nostra recensione di La fiera delle illusioni).
Guillermo del Toro ha concluso così la conversazione: "A trovare la magia in questo mondo saranno soltanto le persone che sanno dove cercarla. I film hanno salvato la mia vita e la mia sanità mentale e io penso costantemente ai titoli che vedevo da bambino. Sono contento che i miei film rappresentano per i ragazzi di oggi le stesse cose che i film rappresentavano per me quando ero bambino".