Il diavolo veste Prada è un film del 2006 diretto da David Frankel tratto dall'omonimo romanzo di Lauren Weisberger. Il film è un cult ma, tra tutte le incredibili performance, è stato il personaggio di Miranda Priestly, interpretato dall'inimitabile Meryl Streep, a rendere la pellicola un vero e proprio successo. A chi si è ispirata l'attrice per dare vita ad un personaggio così iconico?
Secondo la stessa Meryl Streep, Miranda Priestly nasce dall'unione di un certo numero di uomini, un modello e un avvocato francese, ma non solo. "La voce l'ho presa in prestito da Clint Eastwood. Non grida mai, mai una parola fuori posto, e tutti devono avvicinarsi a lui per ascoltarlo, per cercare di capirlo, e in questo modo diventa automaticamente la persona più potente nella stanza. Ma Miranda non è affatto divertente, cosa che ho rubato da Mike Nichols. Il suo andamento e il suo modo di camminare? Quelli temo che siano miei."
"Penso che tutti noi avessimo un'idea di come sarebbe stata Miranda", ha detto Anne Hathaway a proposito di Priestly e della performance di Meryl. "Mi immaginavo una voce stridente e prepotente. Quindi, non appena Meryl ha aperto bocca e ha sussurrato, tutti nella stanza hanno emesso una specie di sussulto collettivo. È stato così inaspettato e al tempo stesso geniale." Per quanto riguarda l'aspetto la Streep ha cercato di imitare l'affascinante modella Carmen Dell'Orefice: "Volevo che fosse una via di mezzo tra lei e l'eleganza e l'autorità, semplicemente inattaccabili, di Christine Lagarde."
Inizialmente tutti pensavano che il personaggio di Meryl Streep fosse basato su Anna Wintour, la potente giornalista di Vogue, visto che una volta Lauren Weisberger, l'autrice del romanzo, lavorava come sua assistente. Secondo quanto riferito, la Wintour avrebbe avvertito i grandi stilisti, che erano stati invitati ad apparire nel film, dicendo loro che sarebbero stati banditi dalle pagine della rivista se lo avessero fatto. Il portavoce di Anna hanno sempre smentito questa affermazione, tuttavia Vogue e altri importanti giornali di moda hanno sempre evitato di menzionare il libro nelle pagine delle loro riviste.