Gomorra, Roberto Saviano difende la serie: "racconta la realtà"

Intervistato da Il Mattino, Saviano torna a difendere la serie televisiva che prende spunto dal suo saggio del 2006 e commenta le scelte di alcuni sindaci del napoletano, che non hanno concesso le autorizzazioni alle riprese della seconda stagione.

Oltre ai post più "frivoli" sulla mozzarella, di cui è ghiotto, e a quelli sul tema della droga (che mai come in questa estate sta scaldando i media), in queste giornate di agosto Roberto Saviano ha dato spazio ad un altro argomento molto sentito: l'impatto che può avere una serie televisiva come Gomorra - La Serie, della quale sono attualmente in corso le riprese della seconda stagione.

Quello che (non) ho: Roberto Saviano durante la prima serata del programma
Quello che (non) ho: Roberto Saviano durante la prima serata del programma

Dalle pagine de Il Mattino, Saviano ribatte con fermezza alle critiche rivolte alla serie, che secondo alcuni celebra la criminalità invece che condannarla e di conseguenza avrebbe un'influenza negativa sui giovani. "L'artista è responsabile di ciò che racconta", ma la funzione pedagogica dell'arte non segue meccanismi così semplicistici, dice Saviano: "Non è che se io racconto di un killer, chi legge uccide, o se io, al contrario, racconto di Francesco d'Assisi, chi legge diventa santo. In questo caso sarebbe semplice: facciamo così tante serie tv in Italia di una bontà banale e scontata che avremmo un paese di buoni, simpatici e onesti."

Lo scrittore ha portato ad esempio il caso di una ragazza uccisa in Francia, il cui cadavere è stato smaltito in maniera molto simile a come succede in Breaking Bad: "Non è che Breaking Bad abbia portato quelle persone ad uccidere: la serie ha raccontato quella violenza legata al narcotraffico, e loro in quella violenza ci si sono ritrovati."

Per quanto riguarda infine le difficoltà che la serie sta incontrando nel chiedere i permessi per girare in alcune cittadine del napoletano, Saviano ha un'opinione molto chiara sui sindaci che hanno chiuso la porta in faccia alla troupe di Gomorra: "Fingono di difendere il proprio territorio" - dice, sottolineando che anche se si impediscono le riprese ad Afragola, nessuno può impedire certo di raccontare lo scenario criminale della città - "Cosa credono di fare, di salvare il proprio territorio dal racconto della realtà? Allora New York dovrebbe fermare immediatamente Scorsese, che in una nuova serie, Vinyl, racconta una NY piena di droga e sesso estremo, culla del rock 'n roll. Dobbiamo bloccarla? Significa diffamare Manhattan? Che idiozia."

Gomorra - La serie: Marco D'Amore durante le riprese
Gomorra - La serie: Marco D'Amore durante le riprese

Nella seconda stagione di Gomorra, ritroveremo Marco D'Amore, Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito e Marco Palvetti ed entreranno in scena nuovi personaggi interpretati da Cristina Donadio e Cristiana Dell'Anna.