Proprio come aveva dichiarato Denis Villeneuve un po' di tempo fa, anche George Miller non è un grande amante dei dialoghi nelle sue pellicole, preferendo di gran lunga dare ampio spazio all'azione.
In occasione dell'imminente uscita di Furiosa: A Mad Max Saga, il regista ha dichiarato al The Telegraph che Anya Taylor-Joy ha solo 30 battute di dialogo in tutta la pellicola, perché trova che il parlare sia un'arma che vada contro lo slancio naturale dell'azione:
"Il problema con i dialoghi è che tendono a rallentare le cose. Il cinema è un mezzo che spesso si gusta meglio ad alta velocità".
Miller ha ribadito invece di essere un fan del "cinema puro" di Buster Keaton, Charlie Chaplin e degli altri grandi della commedia muta e ha proseguito: "Hitchcock preferiva i film in cui non si dovevano leggere i sottotitoli se venivano proiettati in Giappone".
Se avete visto Mad Max: Fury Road, allora capirete perché Miller ha espresso questi concetti. È il tipo di film che, anche se si mette il sonoro su "muto", può ancora rivelarsi un'esperienza immensamente piacevole e viscerale. Come un film muto dalla realizzazione sbalorditiva in cui sono le immagini che portano avanti la storia.
C'è una scuola di pensiero secondo la quale prima che i film parlati entrassero nella mischia, alla fine degli anni '20, le storie complesse venivano raccontate esclusivamente attraverso il linguaggio visivo e non c'era davvero bisogno del suono per entrare nel linguaggio cinematografico.
Il parere di Kubrick
Sapete chi altro ha avuto pensieri simili a Villeneuve e Miller? Stanley Kubrick. Naturalmente, era molto più eloquente e preciso nel descrivere il suo amore per le immagini:
"Quando si pensa ai momenti più belli del cinema, credo che si tratti quasi sempre di immagini piuttosto che di scene, e certamente mai di dialoghi. La cosa che un film fa meglio è usare le immagini con la musica e credo che questi siano i momenti che si ricordano".