Ethan Hawke: "Con Jason Blum ho svecchiato l'horror, ma il mio maestro è stato Joe Dante"

Un'incursione nella carriera di Ethan Hawke, approdato a Lucca per godere delle bellezze toscane e per presentare la sua nuova fatica da regista, Wildcat, interpretato dalla figlia Maya.

Ethan Hawke sorridente a Lucca

Ethan Hawke si racconta a 360° al Lucca Film Festival, dove è intervenuto per presentare la sua nuova fatica da regista, Wildcat, omaggio alla scrittrice Flannery O'Connor interpretato dalla figlia Maya Hawke. Accompagnato dalla moglie Ryan, produttrice del film, l'interprete de L'attimo fuggente e Boyhood si è soffermato sui vari aspetti della sua carriera, dedicando un'attenzione speciale alla sezione horror della sua filmografia, frutto della collaborazione con l'amico Jason Blum.

"Jason è noto soprattutto come fondatore di Blumhouse, ma in pochi sanno che, quando avevamo vent'anni, abbiamo messo su una compagnia teatrale" ha rivelato. "È un produttore eccezionale, è un entusiasta e ama appoggiare gli artisti. Mi diverto a lavorare con lui anche se il primo film, Explorers, l'ho fatto con Joe Dante, un maestro del genere".

Hawke attribuisce il successo di titoli come Sinister, La notte del giudizio e The Black Phone, che hanno rivoluzionato l'horror contemporaneo, a un insieme di fattori ("Se capisci la matematica del progetto, l'insieme funziona") e loda il regista Scott Derrickson, autore di Sinister e The Black Phone, di cui è in arrivo un sequel, ma il miglior film di Blumhouse, a suo parere, resta Scappa - Get Out di Jordan Peele.

La forza di un cinema "familiare"

Ethan Hawke Lucca Film Festival 2024
Ethan Hawke in posa a Lucca accanto al manifesto del Lucca Film Festival

Ethan Hawke si è soffermato, inoltre, a lungo su Wildcat, ancora inedito in Italia, raccontandone la genesi. "L'idea è stata di mia figlia Maya, che ci ha chiesto di aiutarla a realizzare un film su quella che è un'autrice che per lei significa molto" svela. "Io odio i biopic, ne sembro ossessionato ,ma è perché non amo il modo in cui vengono fatti. La mia ambizione è infrangere il solito schema che racconta la vita di un personaggio in modo lineare. La sfida nel fare Wildcat era che non ti deve importare chi fosse Flannery O'Connor, ma concentrarsi sugli ostacoli della sua esistenza, dai problemi di salute al mancato appoggio della famiglia, dal mondo della letteratura gestito da uomini alle critiche di chi riteneva che il modo in cui vedeva il mondo fosse pericoloso. Si tratta di un film sul potere dell'immaginazione, ma anche sulla Fede, che ha accompagnato la vita di questa scrittrice".

Jason Blum: "I film devono spaventare e intrattenere, il messaggio è la ciliegina sulla torta"

A soddisfare Hawke è stata la modalità "familiare" con cui Wildcat è stato realizzato. "Mi piace circondarmi di persone intelligenti" dice. "I film sono opere collettive, in questo caso sono stato felice di poter lavorare con mia moglie e mia figlia. Quella sul set è stata una famiglia allargata, visto che ho coinvolto collaboratori con cui avevo già lavorato, sono fortunato a poter lavorare con persone a cui tengo".