Il protagonista di Dogman è ispirato a Pietro De Negri detto Er Canaro, che dopo l'uscita del film di Matteo Garrone riapparve in un'intervista in esclusiva de Le Iene nonostante avesse provato a far perdere le sue tracce una volta uscito di prigione. Ecco cosa ha detto l'uomo al giornalista Filippo Roma.
Pietro De Negri il 18 febbraio del 1988 si macchiò di un delitto di inaudita violenza uccidendo e torturando per ore l'ex pugile dilettante Giancarlo Ricci. Questa è la storia vera del Canaro, che ha ispirato Dogman, il film di Matteo Garrone, una vicenda di cronaca che oggi viene ricordata come il delitto del Canaro, dal soprannome di Pietro che faceva il tosatore di cani. Condannato a ventiquattro anni di carcere De Negri è stato rilasciato dalla prigione dopo sedici anni per effetto della buona condotta e della disponibilità verso detenuti extracomunitari e malati di AIDS.
Dopo il film di Matteo Garrone il delitto del Canaro è ritornato sulle prime pagine dei giornali. Dogman, presentato in anteprima al Festiva di Cannes del 2018, ha suscitato molte polemiche tra i familiari della vittima, ma è stato molto apprezzato dalla critica nazionale ed internazionale e Marcello Fonte ha vinto il Premio per l'interpretazione maschile a Cannes 2018.
Il clamore del film ha riacceso la curiosità sulla figura di De Negri e Le Iene sono state le prime a rintracciarlo ed intervistarlo, senza alcun compenso. Il giornalista Filippo Roma ha incontrato Er Canaro in una specie di bunker/garage dove si è rifugiato. "Non voglio parlare e non voglio rilasciare interviste, mi dispiace. Voglio dimenticare il passato ed essere dimenticato", sono le prime parole che De Negri dice a Filippo aggiungendo "è stata una brutta vicenda che ha fatto soffrire, e continua a far soffrire, due famiglie. Ho figli e nipoti, non è giusto che paghino loro per il mio passato"
Secondo un amico di Pietro De Negri, l'omicida in passato ha concesso interviste in cambio di sodi ed aiutare sua moglie ma oggi ha cambiato idea: "Mi hanno anche offerto molti soldi per le interviste, ne avrei bisogno, ma io non conto un cazzo e non voglio creare ulteriori sofferenze". L'uomo parla della famiglia della sua vittima: "La famiglia Ricci ha sofferto molto e continuerà a farlo per sempre, perché era comunque il loro figlio e fratello. Mettiti nei loro panni, se ti avessero ucciso un fratello non ti roderebbe? Se anche mi avessero dato 120 anni avrebbero continuato a soffrire. Ogni nuova parola su tutto questo non farà altro che alterare la situazione, riaccendere il dolore e la rabbia. Sto facendo di tutto per non farmi trovare, dimenticatemi".
Quando Filippo Roma gli ha ricordato che la sua vicenda era sulle prime pagine per il film di Garrone, Pietro De Negri ha detto: "tutti stanno prendendo soldi su di me ci hai fatto caso?" e poi "non mi hanno nemmeno interpellato". Quando Filippo gli chiede di fare l'intervista a volto coperto lui sbotta: "ma quale volto coperto che sono un pezzo di merda, quello che ti voglio far capire e che mi sono rifatto una vita. Lascia perdere, lascia le cose come stanno credimi. Dimenticatemi".