Un supereroe pansessuale al cinema? Adesso si è superato ogni limite, deve aver pensato l'autore di un articolo pubblicato su La Nazione e Il Resto del Carlino che nelle ultime ore sta facendo discutere. Nell'approfondimento a tutta pagina a firma di Piero Degli Antoni infatti, si prende come pretesto l'imminente uscita di Deadpool per sancire, con malcelato stupore "Il punto di arrivo di un'onda montante dell'orgoglio gay, ormai pienamente sdoganato, ma anche ufficializzato come simpatica medaglia di spigliata emancipazione sociale"
La sessualità di Deadpool in realtà è da anni argomento di discussione tra fan, e probabilmente non se ne verrà mai a capo, se non si farà pace col fatto che - secondo Fabian Nicieza, uno dei creatori originali del personaggio - "Le cellule cerebrali di Deadpool sono in movimento continuo. Adesso può essere gay, l'attimo dopo etero", tutte possibilità valide che riguardano ogni aspetto della personalità del personaggio. Ma la sua sessualità è l'unico dettaglio che viene tirato in ballo dall'autore dell'articolo per abbracciare faticosamente un tema molto ampio e sfaccettato qual è lo sdoganamento dell'omosessualità in TV, nel cinema e nei media. Si parla infatti di Sanremo, "trasformata in una succursale del gay pride", ma anche di vecchie campagne pubblicitarie gay friendly commissionate da Ikea e Findus, fino ad arrivare con malcelato stupore al cinema, con un accenno a Deadpool e ad altre pellicole, tra cui The Night Before in cui "un uomo etero riceve per sbaglio foto di membri maschili e la cosa non lo disturba affatto".
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L'articolo, che si conclude con un "contenti loro", sta facendo discutere moltissimo perché la sessualità di Deadpool è solo un dettaglio di una personalità completamente folle che ha conquistato il pubblico con la sua irriverenza - che investe e travolge tutti - e che lo rende un supereroe un po' diverso da quelli che siamo abituati a vedere. La sessualità di Deadpool però, nei giorni in cui il DDL Cirinnà scalda il confronto tra chi vorrebbe un'Italia più allineata alla civiltà degli altri paesi europei e chi invece arretra di fronte a qualsiasi modello di famiglia che non sia riconosciuta dal Vaticano, diventa un pretesto per sottolineare un'invasione mediatica e culturale troppo ingombrante per un Paese che ha sempre faticato a raggiungere qualsiasi traguardo di civiltà e modernità. Forse quello che ci serve è proprio un supereroe. Pansessuale o no, basta che si sbrighi a tirarci fuori da questa impasse.