Ex wrestler e oggi volto sempre più ricercato, Dave Bautista non vuole più sprecare tempo con colleghi arroganti o infelici. Per lui il set è un luogo sacro, fatto di dedizione e rispetto. Una visione netta che accompagna il suo percorso di trasformazione fisica e professionale, lontano da ruoli scontati.
Dave Bautista: "Non voglio sentire lamentele sul set"
Quando si guarda indietro alla propria carriera, Dave Bautista non nasconde la gratitudine per il cinema, ma anche la franchezza di chi ha attraversato stagioni di sacrifici.

Oggi, come ha raccontato a Collider, ha deciso di non lavorare più con chi avvelena l'atmosfera con malumori e capricci: "Sono arrivato a un punto della mia vita in cui la vita è semplicemente troppo dannatamente breve. Voglio lavorare con persone che amo e rispetto, perché amo questo mestiere. Amo il cinema, e se qualcuno non vuole esserci, io non voglio stare lì con lui". Non si tratta solo di un principio etico, ma di un manifesto personale: il set deve essere il luogo dell'entusiasmo, non del lamento.
Per Bautista la recitazione non è un contratto di routine, ma un privilegio. "Voglio essere lì, voglio farne il massimo, quindi non voglio sentire gente che si lamenta e si trascina in un lavoro che siamo fortunati a poter fare". È una dichiarazione di intenti che racconta la sua maturità: non più il gigante buono costretto in armature da supereroe, ma un attore che rivendica la libertà di scegliere progetti che lo rappresentino davvero, lontano dai compromessi.
Una metamorfosi fisica e artistica verso il riconoscimento
La sua evoluzione è passata anche dal corpo. Dopo gli anni nei panni di Drax nel Marvel Cinematic Universe, Bautista ha deciso di ridimensionare la sua stazza per rendersi più credibile in ruoli diversi: "Per Knock at the Cabin ho raggiunto i 315 libbre, era un peso eccessivo e difficile da smaltire. Poi ho iniziato a dimagrire: più perdevo chili, meglio stavo davanti alla macchina da presa, e meno distraevo accanto agli altri attori". Con i suoi 1,93 metri e 240 libbre rimane imponente, ma ha imparato che la misura può diventare un'arma di precisione, non un ostacolo.

Parallelamente, ha cercato la consacrazione come interprete rispettato. "Voglio essere semplicemente un bravo, maledettamente bravo attore. Un attore rispettato", ha dichiarato a GQ. Per questo ha sempre custodito con orgoglio i lavori con Denis Villeneuve, da Blade Runner 2049 a Dune. "Non avevo mai avuto un regista, fino a Denis, che mi dicesse: sei un attore molto forte. Durante il primo film mi disse: 'Sento che ti stai trattenendo. Sei un attore molto forte, amico mio. Segui il tuo istinto'". Quelle parole, ha confessato, gli hanno dato la fiducia necessaria per liberare il suo potenziale, in un'esperienza di sostegno e riconoscimento che non aveva mai vissuto prima.
Oggi Bautista si divide tra progetti variegati: il recente Afterburn, l'action Trap House, la fantascienza indipendente Alpha Gang e persino il doppiaggio nella serie animata The Legend of Aang: The Last Airbender.
La sua carriera sembra ormai un laboratorio in continua trasformazione, ma con un punto fermo: la voglia di lasciare alle spalle il rumore sterile delle lamentele per dedicarsi solo a ciò che ama davvero, il cinema.