Daniel Craig elenca tutti gli infortuni subiti nei film di James Bond

Daniel Craig rivela la lunga lista degli infortuni subiti durante le riprese nei panni di James Bond e fa capire come mai passino tanti anni tra un film e l'altro.

Daniel Craig ha reso nota la lista degli infortuni subiti durante le riprese dei film su James Bond e allo stesso tempo getta luce sul perché ci vogliano anni di lavoro per ognuno di essi. L'attore inglese ha più volte espresso la sua volontà di lasciare la saga, che per lui terminerà con No Time To Die, rimandato a novembre per l'emergenza coronavirus.

Un bel primo piano di Daniel Craig in una scena del film Casino Royale
Un bel primo piano di Daniel Craig in una scena del film Casino Royale

Apparso sulla copertina di GQ, Craig ha anche rilasciato un'intervista al medesimo giornale, discutendo delle difficoltà incontrate durante il periodo in cui ha interpretato l'agente 007. Daniel Craig è infatti l'attore che ha mantenuto il ruolo per più tempo nella Storia del personaggio, iniziando quando aveva 37 anni e arrivando ai suoi attuali 52.

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La sua esperienza non è stata tutta rose e fiori, basta dare un'occhiata alla quantità di incidenti avuti dall'attore sul set. Nel 2008, girando Quantum of Solace, Craig ha lacerato la cartilagine della sua spalla destra, tornando a insistere nello stesso punto anche durante le riprese avvenute in Italia, dove tra le altre cose salta fuori da una finestra. Nel 2012, con Skyfall, è la volta del polpaccio, che lo costrinse ad alternare film e riabilitazione per tutta la durata delle riprese.

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A concludere la lista degli infortuni di Daniel Craig c'è quello per 007 Spectre nel 2016. In quel caso James Bond doveva affrontare Mr. Hinx e finì per rimetterci il legamento crociato anteriore, lavorando al resto del film con un tutore al ginocchio poi eliminato in post-produzione. La voglia di Craig di abbandonare il ruolo è quindi un po' più comprensibile, dato che allo stress fisico va aggiunto anche quello mentale: "Non è soltanto un fatto di guarigione, perché comunque sai che guarirai. È anche una questione psicologica perché pensi che potresti doverlo fare di nuovo."