Portare la vita di Giacomo Leopardi, una delle figure fondamentali della storia della letteratura italiana, sul grande schermo non è mai risultata impresa facile. Troppo complessa e poco spettacolare per risultare appetibile per il cinema. Eppure qualcuno si è cimentato in questa impresa: il regista napoletano Mario Martone con Il giovane favoloso, in onda lunedì 19 ottobre alle 21.10 in prima tv su Sky Cinema 1 HD.
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Il giovane favoloso, presentato alla 71esima edizione del Festival di Venezia, con altri film italiani, Hungry Hearts di Saverio Costanzo e Anime nere di Francesco Munzi, è un'opera ambiziosa, poetica e delicata, come il suo protagonista. Il regista presenta Leopardi in un'inedita versione che lascerà stupiti quanti lo ricordano come il poeta del pessimismo cosmico studiato sui libri di scuola. Il suo Leopardi infatti è tutt'altro: un eroe moderno ribelle e sovversivo, talmente profondo e geniale da risultare incompreso persino dai suoi contemporanei. Un giovane favoloso appunto, come da titolo. Una prova recitativa non certo facile in cui Elio Germano si cala con grande intensità, una interpretazione che gli è valsa il David di Donatello come migliore attore protagonista.
La prima parte del film si concentra sul periodo recanatese di Leopardi: da bambino prodigio, che sin dalla più tenera età manifesta la sua particolare propensione allo studio e le sue doti artistiche, ad adolescente inquieto, perennemente in lotta con se stesso, che sente la forte l'esigenza di abbandonare Recanati e la gabbia dorata nella quale vive. Per sopportare le solitarie ed interminabili sessioni di studio nella pregiata biblioteca di famiglia, a cui lo sottopone quotidianamente l'autoritario padre, il conte Monaldo (Massimo Popolizio), Giacomo fantastica sulla bella figlia del fattore, a cui poi dedicherà A Silvia, e intrattiene una fitta corrispondenza segreta con l'illustre intellettuale Pietro Giordani, non ben visto dai suoi severi genitori per le sue idee troppo rivoluzionarie. Nella seconda parte, invece, ci si sofferma sulla giovinezza del poeta quando, a ventiquattro anni, riesce finalmente a lasciare Recanati, iniziando così un pellegrinaggio nei salotti dell'alta società italiana, in particolare tra Firenze e Napoli, accompagnato dall'amico Antonio Ranieri (Michele Riondino), bel rivoluzionario napoletano che nutre per lui un'ammirazione sconfinata. Tuttavia i sogni di Giacomo si infrangeranno nel momento in cui i letterati dell'epoca non apprezzeranno le sue opere, ritenute troppo tragiche, facendolo così sentire, ancora una volta, solo e incompreso. A peggiorare le cose l'avanzare della sua malattia.