Negli ultimi anni sempre più produzioni internazionali, specialmente americane, hanno scelto Cinecittà e l'Italia in generale come set ideale per le proprie storie e non solo a causa dell'ambientazione delle storie, ma per un discorso che riguarda principalmente il tax credit.
"È una buona occasione per ricordare ai nostri colleghi che l'Italia ha sempre avuto, e ha tuttora, un ruolo chiave nella nostra industria. Ma vogliamo migliorare ancora", ha affermato Marco Valerio Pugini, presidente di APE [Associazione Produttori Esecutivi - Società di Servizi alla Produzione] nel corso di un'intervista concessa a Variety.
"Siamo un player che, certo, ha una lunga storia di cultura, moda e stile, oltre che di bel tempo, buon cibo e belle location. Ma abbiamo anche infrastrutture, grazie a Cinecittà Studios, un grande sistema di incentivi e troupe fantastiche".
Secondo il rapporto DGCA-MiC 2023, l'anno scorso in Italia sono stati prodotti 402 film, con un aumento del 13% rispetto al 2022 e del 27% rispetto al 2019. Senza contare i 248 prodotti audiovisivi, più che raddoppiati rispetto al 2019. Queer di Luca Guadagnino con Daniel Craig è stato girato in Italia, così come Conclave di Edward Berger e la serie Netflix Ripley.
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Il credito d'imposta del 40% "fa certamente la differenza", ha aggiunto Pugini. "Ha permesso a tutta la nostra infrastruttura di crescere e di allargare i propri orizzonti. Se questo sistema rimarrà in vigore, sono sicuro che vedremo sempre più produzioni internazionali e contenuti italiani".
I potenziali collaboratori devono sapere che il tax credit "funziona benissimo per ogni tipo di progetto, da un lungometraggio e una serie di grandi dimensioni a un piccolo documentario", ha osservato. A patto che rientrino nei criteri e siano disposti, tra l'altro, a spendere almeno 250.000 euro in Italia e a superare il test di eleggibilità culturale.