Ancora non è arrivato nei cinema, ma Civil War, nuovo film di Alex Garland, scuote gli animi dividendo nettamente in due il pubblico e suscitando reazioni contrastanti. Lo stesso autore è intervenuto nella polemica, mettendo in guardia sul pericolo delle divisioni politiche.
Ambientato durante la seconda Guerra Civile Americana, in un futuro non troppo distante, il film segue quattro giornalisti (Kirsten Dunst, Wagner Moura, Cailee Spaeny e Stephen McKinley Henderson) in viaggio attraverso una nazione lacerata per intervistare il presidente (Nick Offerman) prima che le forze secessioniste invadano Washington D.C.
Il film sta polarizzando l'opinione pubblica ben prima dell'uscita, prevista in Italia il 18 aprile, come dimostrano le reazioni - a tratti scomposte - sui social media e c'è chi accusa il regista di propaganda.
Tra i temi trattati vi è una certa confusione sul motivo per cui California e Texas dovrebbero allearsi insieme in una guerra civile.
Altri mettono in discussione la scelta di Alex Garland di fare un film apolitico, senza aderire a un punto di vista preciso.
Civil War, prime reazioni al film di Alex Garland: "È un monito ed è spaventoso da morire"
La risposta di Alex Garland
Consapevole del fermento che sta suscitando il suo film, Alex Garland ha commentato le polemiche sollevate dalla rete in un'intervista con Hollywood Reporter, spiegando che Civil War sta cercando di creare una conversazione sulle divisioni politiche che sono il male del paese. Dipingere la parte avversa come il male impedisce un dibattito costruttivo, come spiega:
"Perché parliamo e non ascoltiamo? Abbiamo perso la fiducia nei media e nei politici. E alcuni media sono meravigliosi e alcuni politici sono meravigliosi, su entrambi i lati della divisione. Ho una posizione politica e ho buoni amici dall'altra parte. Onestamente, non sto cercando di indorare la pillola: cosa c'è di così difficile in questo? Perché stiamo impedendo la conversazione? Sinistra e destra sono argomenti ideologici su come gestire uno stato. Questo è tutto ciò che sono. Non sono giusto o sbagliato, o buono e cattivo. Quale pensi che abbia maggiore efficacia? Questo è tutto. Ne provi uno e, se non funziona, lo voti e riprovi in un modo diverso. Questo è un processo. Ma l'abbiamo trasformato in 'buono e cattivo'. Ne abbiamo fatto una questione morale, ed è dannatamente idiota e incredibilmente pericoloso... Personalmente incolpo i social media in buona parte. Esiste un'interazione da uomo a uomo che svanisce quando raggiunge un forum pubblico".