Christopher Nolan e Netflix: conversazioni avviate per futuri progetti?

Tra Netflix e il regista Christopher Nolan ci sarebbero state delle conversazioni: lo ha dichiarato Scott Stuber, responsabile del settore cinematografico della piattaforma.

Scott Stuber, responsabile del settore cinematografico di Netflix, dice di aver avuto delle conversazioni con il regista Christopher Nolan. Lo ha svelato in un'intervista concessa al Wall Street Journal, rispondendo a domanda diretta su eventuali cineasti ancora restii a collaborare con il servizio streaming. Il fattore determinante, dice lui, è la distribuzione cinematografica globale: "Ne ho parlato con Nolan, e lui la vuole ancora. Se non possiamo dargli questo, sarà un problema per lui."

Interstellar: Christopher Nolan sul set del film con Matthew McConaughey e Mackenzie Foy
Interstellar: Christopher Nolan sul set del film con Matthew McConaughey e Mackenzie Foy

Questo si ricollega alle recenti obiezioni di Christopher Nolan alla strategia della Warner Bros. di distribuire tutti i suoi film di quest'anno in modalità ibrida, facendoli debuttare su HBO Max negli Stati Uniti lo stesso giorno in cui usciranno nelle sale, eliminando la tradizionale finestra che prevede 90 giorni di esclusività al cinema. È un aspetto su cui Nolan ha insistito per Tenet, e ha criticato la Warner su due fronti: da un lato, l'indebolimento o l'annullamento della finestra influisce sui compensi di cast e troupe; dall'altro, la decisione dello studio è stata annunciata senza consultare coloro che hanno partecipato ai film in questione.

The Irishman 4
The Irishman: Robert De Niro in una scena del film

La filosofia di Nolan crea due problemi per Netflix. Il primo, più immediato, è che la piattaforma storicamente non distribuisce i propri film nelle sale in base al sistema tradizionale: qualora l'uscita abbia luogo prima del debutto in streaming, come accaduto ad esempio per The Irishman e Mank, il periodo di esclusività dura due o tre settimane, e non 90 giorni come vorrebbe il cineasta.

Okja: Tilda Swinton in una foto del film
Okja: Tilda Swinton in una foto del film

Il secondo riguarda l'aspetto globale, perché se da un lato è ragionevole supporre che la piattaforma sia disposta a scendere a compromessi, anche la concessione della finestra tradizionale non aiuterebbe con alcuni mercati, in primis la Francia: per legge, qualunque film che esce in sala sul territorio francese non può andare in streaming a livello nazionale per 36 mesi. Un arco di tempo che Netflix, per ovvi motivi, reputa illogico per le proprie produzioni. Per lo stesso motivo, dal 2018 la piattaforma non manda più i suoi film per la selezione in concorso a Cannes, poiché il regolamento riveduto e corretto del festival francese prevede che le sezioni competitive ammettano solo lungometraggi che usciranno al cinema.