Caso Signorini, spuntano nuove chat: la versione di Piscopo ribalta il racconto di Medugno a Falsissimo

Alessandro Piscopo pubblica messaggi privati e accusa l'ex assistito di aver mentito. Tra consapevolezza, ambiguità e smentite, il caso Signorini si complica e resta ancora pieno di zone d'ombra.

Antonio Medugno a Verissimo

Il cosiddetto caso Signorini continua ad arricchirsi di nuovi tasselli e, ancora una volta, mette in discussione le versioni emerse nelle ultime ore. Dopo il racconto di Antonio Medugno nel podcast Falsissimo di Fabrizio Corona - in cui l'ex gieffino si era descritto come vittima di un sistema di pressioni e manipolazioni - oggi a prendere la parola è Alessandro Piscopo.

La replica di Alessandro Piscopo a Medugno: chat e messaggi pubblicati

L'ex manager del modello partenopeo. ha deciso di esporsi pubblicamente condividendo sul proprio profilo Instagram alcuni screenshot delle conversazioni intercorse con Medugno prima dell'incontro con Alfonso Signorini. Dalle chat diffuse, il quadro che emerge appare molto diverso rispetto a quello raccontato nel podcast.

Secondo quanto si legge, Antonio Medugno sarebbe stato pienamente consapevole del contesto e delle possibili dinamiche della serata trascorsa a casa del conduttore del Grande Fratello. Non solo: dalle conversazioni emergerebbe anche una disponibilità ad accettare eventuali avances, considerate - sempre stando ai messaggi - come parte di un percorso per entrare nella Casa più spiata d'Italia.

Alessandro Piscopo
Alessandro-Piscopo

Tra i messaggi più discussi figura anche l'ultimo che Medugno avrebbe ricevuto da Alfonso Signorini, nel quale si leggerebbe: "...l'unico difetto che mi terrorizza è che tu abbia il caz.o picolo non c'è niente di più deprimente". Subito dopo, Medugno scrive a Piscopo: "Aiutami ora", infatti dai precedenti racconti sappiamo che Piscopo gli suggeriva cosa rispondere ad Alfonso.

La replica suggerita dell'allora manager è altrettanto forte: "Ho un uccello importante, mai nessuna si è lamentata. Forza e coraggio. Non lo saprà mai nessuno di tutto questo, lui non lo permetterebbe. Un giorno gliela faremo pagare, promesso". Poco dopo Antonio invia il messaggio e quota la parola "Promesso" accompagnandola con un cuore.

Nel successivo Antonio Medugno scrive: "Vado", e qui la narrazione, rispetto a quanto raccontato nella seconda puntata di Falsissimo dedicata al sistema Signorini cambia totalmente. Piscopo non spinge il suo assistito ma lo invita a farsi indietro in qualsiasi momento "Amo, se tu non ce la fai dimmi stop e ce ne fotte di tutto, perché io non voglio".

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La risposta del modello è netta: "No amo, macché! A me fa niente, non c'è niente di insopportabile". Piscopo insiste: "Questo prima o poi, se iniziamo, dobbiamo finire" e aggiunge: "Perché tu sei come un fratello ormai, e io mi sento male, ti voglio bene. Molto probabilmente scriveremo la storia, ma voglio che tu lo faccia senza mai farti male".

Piscopo risponde ai follower e minaccia azioni legali

Dopo la pubblicazione delle chat, il manager ha aperto un box domande su Instagram, rispondendo senza filtri. A chi gli ha chiesto se agirà per vie legali contro Medugno, ha risposto: "Ovviamente sì, sono una bomba a pagare gli avvocati". A chi lo accusava di aver manipolato il suo assistito, Piscopo ha replicato: "Ho le prove che provano a manipolare voi".

Durissime anche le risposte a chi gli ha chiesto perché Medugno avrebbe raccontato "tutte queste menzogne": "Voi non vi siete limitati a mercificare il corpo: avete venduto l'anima. E io, persino allora, per una forma di carità che oggi riconosco come eccessiva, vi ho accompagnati lungo il vostro declino". E infine, a chi ha ipotizzato che Medugno stia cercando di "uscirne pulito" incastrandolo, Piscopo ha concluso: "Sì, decisamente. Ma si può uscire puliti da una fogna del genere?".

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Una storia ancora tutta da chiarire

Le dichiarazioni di Alessandro Piscopo aggiungono un nuovo e importante tassello al caso Signorini, ma non bastano a chiuderlo. Anzi, contribuiscono a rendere la vicenda ancora più complessa e contraddittoria. Se da un lato resta centrale capire fino a che punto le dinamiche di potere abbiano influito sulle scelte di Antonio Medugno, dall'altro le chat mostrano una conversazione dai contorni ambigui, che mal si concilia con l'immagine di una vittima totalmente inconsapevole e priva di margini decisionali.

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Il caso Signorini, dunque, è tutt'altro che risolto. Le versioni continuano a scontrarsi e, se qualcosa sembra emergere con chiarezza, è che la verità - qualunque essa sia - non può essere ridotta a una narrazione semplice o univoca. Serviranno ulteriori chiarimenti, e forse sedi diverse dai social, per capire davvero cosa sia accaduto dietro le quinte.

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