Non finiscono i guai per il reboot live-action di Biancaneve e i sette nani. Dopo le polemiche piovute sul film con Rachel Zegler per i cambiamenti rispetto all'originale e il taglio "woke" dello script, l'adattamento della celebre fiaba che punta a offrire una versione di Biancaneve moderna ed emancipata finisce sotto accusa per aver sistematicamente sottopagato le donne della troupe.
Il reboot di Biancaneve ha avuto la sfortuna di trovarsi in produzione in un periodo in cui la Disney è stata presa di mira dai conservatori e bollata come "l'azienda liberale più woke del paese", almeno secondo un recente sondaggio dell'American Conservative Values ETF (ACVF). Nonostante da quasi un secolo Disney porta alto il vessillo dei valori familiari, nell'ultimo decennio in molti hanno ritenuto che avesse abbandonato l'impronta originaria e i temi a misura di bambino con un'agenda liberal di iniziative di inclusione e diversità LGBTQIA+.
I cambiamenti nel plot originale e la scelta di una protagonista latina come Rachel Zegler nel ruolo di Biancaneve hanno suscitato le ire dei fan più tradizionalisti rendendo il progetto bersaglio di critiche.
Biancaneve, David Hand sul remake live-action: "Mio padre e Walt Disney si rivolteranno nella tomba"
L'inclusione sì, ma quando si tratta di soldi...
Disney paladina del femminismo e delle minoranze? Sì, ma fino a un certo punto. Secondo un'inchiesta di Forbes, "le donne della troupe hanno occupato solo il 30% dei lavori più pagati, mentre hanno ricoperto il 48% delle posizioni meno pagate, il tutto nonostante il film fosse salutato come una vetrina per la diversità, l'equità e l'inclusione".
Snow White è stato girato nei Pinewood Studios del Regno Unito nel 2022. A differenza dell'America, le leggi britanniche richiedono informazioni finanziarie dettagliate per le produzioni cinematografiche che spesso possono rivelare dettagli significativi. In questo caso, Forbes afferma che tra i quasi 1.000 dipendenti Disney del Regno Unito impegnati nel progetto:
"Nell'aprile 2022, la retribuzione oraria media delle donne era inferiore dell'11,8% rispetto a quella degli uomini. Allo stesso modo, prendendo il numero centrale quando la retribuzione oraria è stata classificata dal più alto al più basso, mostra che le donne guadagnavano l'8,5% in meno rispetto agli uomini... solo il 34% di loro erano donne, quindi le donne non erano ampiamente rappresentate nel complesso o nei segmenti di retribuzione più alti".
Nonostante tutto il sostegno formale a progressismo e sostegno della diversità, in fatto di equità salariale Disney deve fare ancora molta strada.