L'ospite d'onore dell'ultima puntata di Che Tempo Che Fa è stato Anthony Hopkins, l'attore inglese, due volte premio Oscar. Durante lo spettacolo, ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita privata e artistica, terrorizzando sia Fabio Fazio che gli spettatori, imitando dal vivo Hannibal Lecter. L'artista ha incoraggiato i giovani a impegnarsi per raggiungere il successo, sfruttando anche le proprie insicurezze.
Chiusura in grande stile quella di Che tempo che fa, non solo per il numero di ascoltatori, 2,7 milioni con uno share del 15,4%, ma anche per l'ospite d'onore: Anthony Hopkins. L'attore inglese è l'ennesima esclusiva che Fabio Fazio e il suo team sono riusciti a portare negli studi della Rai, prima di traslocare su Nove dalla prossima stagione
L'attore vincitore di due Premi Oscar per Il silenzio degli innocenti e per The Father - Nulla è come sembra, ha raccontato come ha conosciuto Richard Burton: "Siamo nati nella stessa città e sua sorella era una cliente del negozio di mia madre, mio padre faceva il panettiere. Io andai a casa sua per chiedergli un autografo, avevo 14 anni, vidi quella Jaguar meravigliosa fuori dalla sua casa. Ero nervosissimo. È stata sua sorella ad aprirmi la porta. Mi ricordo che entrai in anticamera e Richard Burton si stava facendo la barba col rasoio elettrico. Non ne avevo mai visto uno prima. Non avevo assolutamente idea che sarei diventato un attore. Lui mi chiese 'Cosa vuoi?'; io risposi 'Il suo autografo, è tutto ciò che voglio'. Lui ha detto 'Non parli il gallese? Allora non sei un vero gallese!'. Molti anni dopo, abbiamo recitato insieme a New York; andai in camerino e c'era il grande Richard Burton".
Uno dei momenti più graditi dal pubblico è stato quando Anthony Hopkins ha fatto dal vivo il verso di Hannibal Lecter, un personaggio capace di terrorizzare ancora oggi sia Fabio Fazio, che ha reagito dicendo "mamma mia", che il pubblico da casa.
L'attore non si è risparmiato nei consigli, dando dei validi suggerimenti ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di attore: "Recitare è l'unica cosa che faccio e che so fare. Il motivo per cui mi piace recitare è che continui a lavorare, è molto meglio di qualsiasi altro lavoro e a me piace tantissimo". "Avevo 29 anni e il mio primo film è stato fatto con due grandi star, Peter O'Toole e Katharine Hepburn. Abbiamo provato e subito Catherine mi diede un consiglio, 'Non recitare, dì le battute!'. Il segreto, almeno per me, è questo: devi conoscere assolutamente bene il copione, altrimenti non funziona nulla. L'unico consiglio che mi sento di dare ai giovani attori è 'Imparate le battute, analizzate il copione, andate al di là delle parole e dello stile; poi diventerà vero e potrete modificarlo a ogni ciak. Con tutto il rispetto per i giovani attori, ma alcuni tendono a pensare a credere che se tu fai un po' di farfugliamenti e non parli chiaramente va meglio. Non è cool questa cosa. Devi sapere cosa stai facendo, in quel modo riesci ad avere forza. Perché quando sei sul palcoscenico devi essere forte".
Uno dei segreti per entrare nel personaggio, secondo Anthony Hopkins, è leggere e rileggere il copione. L'attore lo legge anche 200 volte: "Perché se te lo metti nel cervello e tu sei sufficientemente preparato, io non sono uno psichiatra o uno psicologo, però sono assolutamente convinto che il ruolo che interpreti ti entra profondamente dentro, diventa parte di te. Praticamente è un altro modo di definire il metodo Stanislavskij. Uno dei più grandi attori al mondo, Marlon Brando, riusciva a farfugliare, poteva farlo perché era lui. Però era un grandissimo tecnico. Era un grande attore teatrale. Le fondamenta del teatro sono importantissime, un'esperienza di grande valore".
Sull'inatteso Oscar vinto per The Father - Nulla è come sembra e sulla sua assenza durante la cerimonia e i festeggiamenti in Italia, l'attore ha raccontato:": "Non mi aspettavo proprio di riuscire a vincere un Oscar. È stata la più grande sorpresa della mia vita. Ero in Galles, erano le 4 del mattino e chiama il mio agente per comunicarmi che avevo vinto l'Oscar. Non riuscivo a crederci! Allora, per festeggiare, siamo venuti in Italia, in Toscana".
Anthony Hopkins ha spiegato che da bambino non era particolarmente bravo a scuola, le sue pagelle erano ricche di insufficienza. Fu proprio questo che gli diede la voglia di riscattarsi, trasformando la sua debolezza in forza: "Quando ero giovane, non ero furbo, ero una disperazione come studente però avevo un dono: mi sono reso conto che se usi il tuo dubbio e la tua inferiorità e la consideri un dono è il più grande dono che puoi avere perché questo ti spinge in avanti. Avevo 15 anni, non avevo alcuna idea che sarei diventato attore e la mia pagella nel 1955 praticamente era un riassunto che diceva che Anthony era ben al di sotto della sufficienza. Mio padre naturalmente era molto preoccupato e mi disse 'E adesso che cosa succederà'. Mi ricordo il momento in cui dissi, non con rabbia ma rendendomi conto della mia inadeguatezza, 'Un giorno vi farò vedere a entrambi' e mio padre rispose 'E spero di sì'. È stato proprio quel pulsante a dare la forza dentro di me, mi ha fatto scattare ciò che mi permette di essere qui oggi, altrimenti non c'è altra spiegazione per la vita che ho avuto".
"Ho incontrato molta gente, Mike Tyson per esempio, anche lui con un'infanzia disgraziata, piena di abusi, e il suo allenatore gli disse 'Tu sei arrabbiato, bene! usala questa rabbia, se la canalizzi bene ti fa muovere' - ha continuato a dire l'artista - la vita non è semplice però puoi superare i problemi. Io sono convinto che mi sia capitato questo nella vita perché non avevo affatto idea fino a quel momento di quello che mi sarebbe successo. Probabilmente qualcun altro scrive il copione delle nostre vite, c'è qualche altra cosa, forse all'interno di noi, Dio, chiamatelo come volete, è lui che scrive il copione della nostra vita. La grande cosa positiva è proprio la libertà, noi non siamo responsabili neanche per un istante di quello che abbiamo fatto; probabilmente è un mio essere 'iper-umile' ma sono convinto di questo".
Anthony Hopkins in Italia ha girato Those About to Die. Le riprese si sono appena concluse. L'attore recita la parte di Vespasiano, le riprese si sono appena cluse, l'attore recita la parte di Vespasiano: "È una serie della Peacock e io recito nel ruolo dell'imperatore di Roma", ha spiegato a Fabio Fazio.
Al suo ingresso in studio, Anthony Hopkins è stato accolto da una lunga standing ovation del pubblico, scena che si è ripetuta quando l'attore è salutato Fabio Fazio e gli spettatori.
La puntata di Che Tempo che fa, in onda su Rai 3, è disponibile su Raiplay.