Alita: Battle Angel, Robert Rodriguez spiega perché non si può accusare il film di whitewashing

L'atteso adattamento del manga arriverà nei cinema americani il 21 dicembre e la sceneggiatura è firmata da James Cameron.

Robert Rodriguez e il produttore John Landau hanno voluto rassicurare i fan del manga di Yukito Kishiro da cui è tratto il film Alita: Battle Angel, in arrivo nei cinema americani il 21 dicembre: la scelta dell'attrice canadese Rosa Salazar per il ruolo della protagonista non sarà un altro caso di whitewashing a Hollywood, come accaduto con Ghost in the Shell.
Landau, intervistato da Vulture, ha sottolineato: "L'autore ha fatto qualcosa di molto diverso: ha scritto un manga che non è ambientato in un mondo asiatico. L'ha ambientato in un luogo chiamato Iron City, dove si incontrano molte culture diverse. In realtà la storia si svolge in Kansas".

Gli eventi raccontati tra le pagine sono ambientati in una versione alternativa degli Stati Uniti, mentre sul grande schermo ci sarà un'ambientazione latinoamericana e i personaggi parleranno spagnolo, cinese, inglese e portoghese.
Il produttore ha proseguito: "Ghost in the shell era ambientato in un mondo legato in modo specifico all'Asia. Il personaggio al centro della storia è qualcuno privo di emozioni. Nel nostro caso la situazione è opposta: questo è un personaggio che ruota intorno al cuore e all'idea di seguire le proprie emozioni, oltre al distinguere tra giusto e sbagliato".

Rodriguez ha sottolineato che la tiepida accoglienza ricevuta dal film con Scarlett Johansson è stata causata da un motivo preciso: "Non si tratta nemmeno del whitewashing. Credo sia perché non ha creato un legame emotivo. Mi sembrava che stessi semplicemente osservando, non stavo provando nulla. E' facile immedesimarsi con la nostra storia e la nostra protagonista. E' per questo che abbiamo usato delle scenografie reali. Deve mantenere il legame con la realtà".
Il filmmaker ha concluso sottolineando l'importanza del rapporto quasi paterno che si stabilisce tra Alita e lo scienziato che si prende cura di lei, ruolo affidato a Christoph Waltz: "Alita si sente insignificante, ricordare chi era, diventare potente... sono tutte cose molto umane che faranno pensare agli spettatori: 'mi identifico in quelle situazioni'".