Recensione You're Next (2011)

Satira anti-borghese, ripetuti colpi di scena e sangue a palate nel film diretto dal giovane Adam Wingard (nato nel 1982) che dimostra come l'horror possa essere ancora un genere vitale e spiazzante.

Gruppo di famiglia in un interno

Fino a circa cinque/sei anni fa il genere horror sembrava ormai essersi definitivamente rinchiuso o in uno scantinato, dove per coazione a ripetere si perpetuava un identico copione di torture (la saga di Saw - L'enigmista), oppure in una stanca sequela di remake in particolare dai film di John Carpenter (The Fog, Distretto 13, Halloween). Ma, per fortuna, negli ultimi due/tre anni si sta assistendo a una rinascita, soprattutto per opera di giovani registi che usano il codice del genere realizzando magari film a basso costo ma senza scadere nella banale riproposizione degli spunti - usuratissimi - di Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair (1999). Questi film arrivano in realtà quasi tutti dal mondo anglosassone, da Attack the Block - Invasione aliena di ]Joe Cornish (2011) a Quella casa nel bosco (2012) di Drew Goddard, passando per Sinister (sempre del 2012) di Scott Derrickson e dovrebbero valere da esempio anche in Europa - e soprattutto in Italia - di come l'horror sia forse uno dei generi più adatti oggi per affrontare l'epoca digitale.


In tal senso appare paradigmatico You're Next, film low-low-budget del giovane Adam Wingard (nato nel 1982) in cui si mescolano alcuni espedienti classici del genere (l'invasione notturna di un gruppo di assassini in una casa isolata, sottogenere altrimenti detto della home invasion) con uno stile registico tipico del cinema indipendente americano di questi anni (macchina a mano, volti poco noti cui affidare il ruolo di protagonisti, ecc.). Non a caso, nel cast - in parti più o meno piccole - compaiono alcune figure del cinema underground statunitense, dai cineasti horror Larry Fessenden e Ti West (il cui nuovo film The Sacrament era presente nella selezione di Venezia 70) a un tipico esponente del nuovo indie americano come Joe Swanberg (appartenente al movimento cosiddetto "mumblecore" che è figlio del particolare approccio cinematografico di Richard Linklater).
Your're Next è dunque un film pieno di cinefilia - e ha anche il merito di riscoprire l'attrice Barbara Crampton, volto del De Palma di Omicidio a luci rosse - ma di una cinefilia che non pesa nel corso della narrazione e che, anzi, viene piazzata qua e là senza distogliere lo spettatore dal coinvolgimento di quanto accade in scena.

Praticamente tutto ambientato in una villa isolata in cui una coppia di circa sessant'anni celebra con i quattro figli (e relativi compagni/e) i trentacinque anni di matrimonio, You're Next si rivela sia un tagliente ritratto di famiglia - con annesse invidie tra fratelli - sia un liberatorio racconto dark in cui la famiglia alto-borghese e benpensante viene man mano letteralmente decimata. A operare l'atto - inizialmente inspiegabile se non per semplice sadismo - sono tre uomini mascherati e armati di balestra; ma a complicare il corso degli eventi - e cioè la carneficina di tutti i familiari - ci penserà la ragazza di uno dei quattro figli (interpretata da Sharni Vinson, modella e ballerina australiana, già interprete di Step Up 3D), coraggiosa e soprattutto preparata a ogni tipo di evenienza perché cresciuta in un ambiente survivalista...
Ottimamente scritto, condito da una spiazzante serie di colpi di scena e girato con uno stile volutamente minimal (come se Rachel sta per sposarsi di Jonathan Demme diventasse improvvisamente un horror), You're Next non manca di spettacolarità e di cruda violenza con una serie di sorprendenti, grotteschi ed efferati omicidi. E, soprattutto, mette in scena un dramma e un conflitto tipicamente umani, dove nulla è dato al sovrannaturale e dove a muovere le fila di ogni cosa è il Dio denaro.
E, oltre all'assoluta necessità di dover di seguire da adesso in poi la carriera di Adam Wingard (un suo film, Pop Skull, venne selezionato nel 2007 al festival di Roma), dobbiamo anche far rientrare di diritto, a partire da questo film, Sharni Vinson nell'alveo delle eroine cinematografiche dei nostri tempi.

Movieplayer.it

4.0/5