"Per creare questi sei nuovi episodi ci vogliono otto mesi della mia vita", dice Chris Carter durante l'incontro col pubblico che è stato uno degli eventi più attesi dell'edizione 2015 del Neuchâtel International Fantastic Film Festival (NIFFF), di cui il creatore di X-Files e Millennium è uno degli ospiti d'onore. Mentre lui si trova in Svizzera, sono tuttora in corso le riprese delle nuove puntate della sua serie più conosciuta, che tornerà sugli schermi americani il 24 gennaio 2016. L'uomo che ci ha regalato Fox Mulder e Dana Scully rimane in contatto con i colleghi a Vancouver tramite videochiamate ed e-mail, ma si è concesso un'oretta per rispondere alle domande dei fan, in una conversazione moderata dal giornalista losannese Nicolas Dufour.
Il ritorno tanto atteso
Carter sorride quando gli viene fatto notare che i nuovi episodi di X-Files debutteranno a pochi mesi di distanza dal ritorno di Twin Peaks, altra serie incentrata sul paranormale e sull'FBI (e con David Duchovny tra gli interpreti). Spiega che questo revival è vantaggioso per tutti. "Per la Fox è un'occasione per far tornare una serie molto amata, e per me è l'occasione per raccontare queste storie in un mondo nuovo." Sul network dice anche che, in teoria, avrebbero potuto procedere senza la sua partecipazione, visto che i diritti della serie appartengono esclusivamente a loro. "Ma sono stati abbastanza rispettosi da coinvolgermi."
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Oltre a Mulder e Scully, torneranno anche Walter Skinner e l'Uomo che fuma, l'antagonista principale del serial. "Qualcuno si chiederà come sia possibile, siccome l'abbiamo visto morire nell'episodio finale. Ovviamente quello non era il finale, e lui non è morto. Usate la vostra immaginazione." Carter allude anche al ritorno dei Lone Gunmen ("come non li avete mai visti") e ad un possibile elemento narrativo legato a William, il figlio di Mulder e Scully. Per quanto concerne l'équipe tecnica, le musiche sono sempre di Mark Snow, mentre fra gli sceneggiatori ci sono i veterani Glen Morgan e James Wong. "Vince Gilligan avrebbe voluto partecipare, ma aveva altri impegni. Stesso discorso per Frank Spotnitz." Mancano all'appello anche i registi storici come David Nutter e Rob Bowman. "Questa volta, gli episodi sono diretti dai rispettivi autori, me compreso", dice Carter.
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La mitologia
La celebre mitologia legata all'invasione aliena terrà conto del fatto che doveva esserci un'invasione alla fine del 2012, e verrà affrontata anche la realtà attuale dell'America. Ci spiega Carter: "Viviamo in un mondo di CitizenFour, dove il Grande Fratello [Orwell, non il reality, n.d.r] ci osserva costantemente. È una tematica che mi interessa approfondire." Ma il creatore di X-Files crede nella possibilità che il governo celi dei segreti riguardo gli extraterrestri. "So per certo che il mio governo nasconde delle cose, ma non sono sicuro che gli alieni siano fra queste. Sono scettico come Scully al riguardo, ma allo stesso tempo voglio crederci, come Mulder." Per quanto concerne l'equilibrio fra la trama orizzontale e gli episodi detti standalone, che fece la fortuna della serie originale, Carter ne conferma il ritorno: "Il primo e il sesto episodio sono legati alla mitologia seriale, gli altri sono autoconclusivi." Ci sarà anche la giusta combinazione di vecchio e nuovo, per attirare un pubblico il più variegato possibile. "Se facciamo bene il nostro lavoro, dovremmo riuscire a soddisfare tutti."
Il futuro
Se questa nuova formula dovesse funzionare, possiamo aspettarci una struttura simile, di sei episodi ogni anno o comunque ad intervalli regolari? "Tutto dipende da come verranno accolti questi primi sei episodi, ma per noi questa non è di certo la fine. D'altronde, come ho già dichiarato altrove, l'ultima puntata conterrà un cliffhanger." Quanto alla possibilità di un terzo lungometraggio cinematografico, Carter ha un solo commento: "Se dovessimo farlo, vorrei un budget più grande." E una stagione più tradizionale, con una ventina di episodi? "Questa domanda non la dovete fare a me, ma a David Duchovny e Gillian Anderson." Tutto dipende, infatti, dagli impegni professionali dei protagonisti.
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Passioni seriali
Inevitabile la domanda sulle serie che lo stesso Carter ama guardare, e la sua risposta è un concentrato di classici moderni come Breaking Bad, Mad Men, I Soprano ("Il miglior finale di serie in assoluto") e The Wire ("L'ho guardato dall'inizio alla fine, praticamente tutto d'un fiato"), concludendo che viviamo in un'epoca in cui c'è troppa buona televisione da guardare. A tal proposito, cita un ultimo esempio: "Per me True Detective rimane il modello a cui aspirare."
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