Quando due anni e mezzo fa è stato annunciato un revival di X-Files, siamo stati scettici, felici ma perplessi. Il motivo di ciò era la scelta di una miniserie evento di soli sei episodi, insufficienti per rievocare a tanti anni di distanza il complesso equilibrio che la serie di Chris Carter aveva raggiunto tra le sue diverse anime. C'era la componente mitologica da mantenere, la strada degli episodi autonomi da ripercorrere, l'alternanza tra momenti più spaventosi, altri più all'insegna del mistero, qualche parentesi brillante. Sorprendentemente, la decima stagione di X-Files era riuscita a fornire un compendio di quello che la serie era stata tra il 1993 ed il 2002, pur con inevitabili limiti.
Come tutti i compendi, non aveva potuto approfondire: aveva dedicato due episodi alla sua anima cospirazionista, alla mitologia di X-Files, ma l'aveva fatto con una mancanza di equilibrio che aveva reso i due My Struggle (La verità è ancora là fuori e Ossessione, nei titoli italiani) i due episodi più deboli dei sei. E pure i quattro intermedi, anche nei loro momenti più alti, erano troppo poco per soddisfare il fan ed incuriosire gli spettatori occasionali. Un problema che la nuova, undicesima stagione dovrebbe non avere, perché gli episodi a disposizione sono dieci e promettere una varietà ed un approfondimento maggiori, nonché una qualità, una continuità ed una organicità che ci sono sembrate incoraggianti, avendo avuto modo di visionare i primi cinque di essi. Cercheremo di darvi una panoramica, assolutamente senza spoiler, in attesa di una messa in onda italiana stranamente distante quasi un mese da quella originale appena iniziata negli Stati Uniti.
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"This could be a case for Mulder and Scully"
Abbiamo già usato il termine equilibrio e lo ribadiamo, perché è uno degli aspetti che più colpisce della prima metà stagione che abbiamo visionato, come se Carter e compagni avessero ritrovato il ritmo giusto, non del singolo episodio ma della stagione nel suo insieme. La struttura è quella classica della serie da network e c'è, per intenderci, l'usuale Monster of the Week, ma la sensazione di una storia unitaria e organica è maggiore di quanto visto due anni fa. C'è un punto, però, da sottolineare: il tono generale tende più al brillante che alla tensione ed è per questo che abbiamo usato un verso della canzone dei Catatonia di fine anni '90 che omaggiava ironicamente la serie.
Una surreale ironia che ha il suo apice nel quarto episodio The Lost Art of Forehead Swat, che fa il paio con La lucertola mannara della stagione precedente e conferma la capacità di prendersi in giro da sola che la serie di Carter ha scoperto e assecondato nel corso degli anni. Se il quarto episodio è dichiaratamente parodistico, come era intuibile da quando è stata resa nota la firma di Darin Morgan, non mancano dosi di ironia anche in This e Plus One , i due che lo precedono: nel primo di questi due è da segnalare il ritorno di una vecchia conoscenza della serie, nonché uno scontro a fuoco che alza il tasso di azione medio di X-Files, mentre nel secondo i due protagonisti si trovano ad indagare su una serie di morti le cui vittime sono tormentati da visioni di propri doppelganger. Il tutto con un'intesa ed un'alchimia unica, che si riscontra nei continui botta e risposta tra loro.
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Gli X-Files sono una cosa seria
Ma X-Files non sarebbe fedele a sé stessa se non avesse anche i suoi momenti più cupi e inquietanti e vi ritorna con decisione in un intenso quinto episodio intitolato Ghouli, firmato da un altro autore consolidato del gruppo di Carter, James Wong. Una storia che prende le mosse da alcuni adolescenti che si attaccano a vicenda credendo di trovarsi a che fare con un mostro e si avvale di alcuni momenti di grande intensità da parte dei protagonisti David Duchovny e Gillian Anderson. Anche se si tratta di un episodio da annoverare tra quelli standalone, Ghouli affonda le mani nella terra soffice dalla mitologia della serie, richiamando con eleganza la linea guida dell'intera stagione e quella ricerca di William che già i due My Struggle di due anni fa avevano impostato e che la premiere di quest'anno prosegue.
My Struggle III, infatti, apre la stagione 11 ripartendo esattamente a dove ci aveva lasciati Chris Carter, da quel cliffhanger che era parso un azzardo fin troppo grande senza un rinnovo già annunciato dal network. Carter firma sia la sceneggiatura che la regia della nuova premiere e prosegue la sua trama iper-cospirazionista, confermando non solo i temi, tra virus alieni e trame dei soliti volti noti della serie, ma anche i problemi che avevamo ravvisato nei due episodi che aprivano e chiudevano la stagione precedente, senza rinunciare alla tentazione di un importante, e discutibile, twist che avremo modo di commentare quando la nuova stagione di X-Files arriverà su Fox il 29 Gennaio, incrociando le dita affinché la quarta parte di questo miniciclo di episodi, My Struggle IV che chiuderà la stagione, e forse la serie, possa tirare le fila nel modo migliore e più convincente.
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Un altro X-Files è possibile?
È infatti notizia di questi giorni che Gillian Anderson ha annunciato di aver intenzione di chiudere la sua avventura negli X-Files con la stagione che ha appena terminato di girare, una dichiarazione in linea con il suo percorso professionale, sempre più distante da quegli esordi. Senza anticipare nessun dettaglio relativo alle trame e gli sviluppi, permetteteci di citare una battuta della Anderson al termine del quarto episodio di questa undicesima stagione. Assaggiando nuovamente quella che era la sua gelatina preferita da piccola, Scully fa una smorfia e dice: "Preferisco ricordarla com'era". Indipendentemente da percorsi di carriera, tempi che cambiano, richieste economiche o inclinazioni personali, la sensazione è che sia una riflessione del genere alla base del recente addio ad X-Files annunciato dall'attrice.
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E in tutta sincerità, pur avendo apprezzato molti momenti di questo revival iniziato due anni fa, dobbiamo dire che ci sentiamo in sintonia con queste parole: X-Files ha cambiato la storia della TV, ha dato lo scossone definitivo per farla deragliare dopo quella geniale botta che era stata I segreti di Twin Peaks; è un cult per una generazione che la ricorda con brivido, emozione ed affetto, ma è anche giusto che il pubblico di oggi vada avanti e cerchi i propri idoli nel mare di nuovi contenuti che vengono prodotti ogni anno. Amiamo Mulder e Scully, ma speriamo che il futuro ci regali altri personaggi di tale forza e spessore, capaci di conquistare uno spazio altrettanto importante nell'Olimpo della televisione.