Winning Time: L’ascesa della dinastia dei Lakers, la recensione: Le Boogie Nights del basket

La recensione di Winning Time: L'ascesa della dinastia dei Lakers: la serie firmata Adam McKay e targata HBO racconta i Los Angeles Lakers e il decennio che ne fece una leggenda del basket: dal 2 giugno su Sky Atlantic e NOW.

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - un momento della serie

"La pallacanestro è come del gran sesso. Sempre in movimento, c'è ritmo, contatto, intimità". John C. Reilly, nei panni di Jerry Buss, parla con una ragazza dopo aver fatto l'amore con lei. È così, come il primo episodio, che inizia la nostra recensione di Winning Time: L'ascesa della dinastia dei Lakers, la serie firmata Adam McKay (Don't Look Up, Succession) e targata HBO (già rinnovata per una seconda stagione) sui Los Angeles Lakers e il decennio, gli anni Ottanta, che ne fece una leggenda del basket mondiale. Da giovedì 2 giugno i 10 episodi della serie andranno tutti dalle 21:15 in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW, oltre a essere tutti disponibili on demand dalla stessa data. Seguirà la messa in onda su Sky Atlantic, due episodi a settimana, ogni giovedì. John C. Reilly, mentre pronuncia quelle parole, sembra uscito da una scena di Boogie Nights. E la nuova serie HBO prova a fare proprio questo: raccontare il mondo del basket come quel film raccontava il mondo del porno, in modo sexy e intimo, irriverente e originale, provando a portarci indietro nel tempo e farci tuffare in un mondo. La serie di Adam McKay è avvincente e visivamente affascinante.

Niente colazione, vado a comprare i Lakers

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - una scena della serie

1979, Jerry Buss (John C. Reilly) si alza dalla camera da letto, e capiamo che si trova nella Playboy Mansion. "Niente colazione, vado a comprare i Lakers". La storia di una delle più grandi squadre della storia del basket inizia così: con l'idea di un miliardario playboy e visionario di comprare i Los Angeles Lakers, una squadra che all'epoca non vinceva mai, e da dieci anni perdeva pubblico ad ogni stagione. E continua con un momento magico, quei draft in cui i dirigenti si trovano a scegliere tra Earvin "Magic" Johnson e Larry Bird. I Lakers scelgono Johnson, e, anche se i Lakers hanno già un playmaker, Norm Nixon. Al timone della squadra c'è Jerry West (Jason Clarke). Ed è in arrivo Pat Riley (Adrien Brody), ex giocatore con un futuro da tecnico.

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Quello stile "sporco" da anni Settanta

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - un'immagine di scena

La storia al centro di Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers è, già in partenza, una storia forte, fortissima. Almeno quanto quella di The Last Dance, che raccontava la squadra simbolo del decennio successivo, gli anni Novanta, i Chicago Bulls. Adam McKay sceglie di raccontare la sua storia in un'altra forma: non il documentario, ma la finzione. Lo stile scelto ci sembra perfetto per raccontare quell'epoca, perché ci trascina immediatamente indietro nel tempo. Nelle immagini di Winning Time ci sono la tv anni Settanta, il documentario, certe riprese amatoriali in Super 8. C'è quella patina sgranata, poco definita, un po' slavata, carica di luce chiara. È uno stile volutamente "sporco", imperfetto, irriverente, ed è il modo giusto per trasmettere quegli anni ingenui e pieni di fermento.

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - una foto di scena della serie

Quell'aura da Boogie Nights

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - un'immagine della serie

Ed è uno stile che è studiato ad arte per creare, attorno alla storia dei Lakers, quell'aura da Boogie Nights. Siamo alla fine degli anni Settanta, e le atmosfere sono quelle, siamo a Los Angeles. Ma, secondo la visione di Adam McKay, che John C. Reilly ha teorizzato sin dalla prima scena, in questa storia non solo il basket e il sesso viaggiano uno accanto all'altro, ma vogliono essere la stessa cosa. Secondo Jerry Buss il basket può diventare eccitante come un film sexy. Ed è questa sua visione, ardita e ispirata, a dar via ai Lakers che abbiamo conosciuto. Perché vuol dire creare una squadra che dia spettacolo, e che vinca. Al posto di chi stava lì per vivacchiare, per risparmiare, arriva qualcuno che comincia a investire, a comprare i giocatori giusti, a rilanciare la casa dei Lakers, il Forum.

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Voglio essere i Jackson Five

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Winning Time: l'ascesa della dinastia dei Lakers - una foto di scena

Winning Time: L'ascesa della dinastia dei Lakers è tutto questo. è sexy, sfrontata, divertente, ma è anche molto interessante. Perché, dopo aver visto l'epopea di campioni come Magic Johnson e Kareem Abdul Jabbar dall'esterno, nelle loro gesta sportive, è impagabile andare a vedere la loro storia (romanzata, certo) dall'interno. Che poi è il fatto che rendeva speciale una serie come The Last Dance. La serie si prende tutto il tempo per raccontare ogni svolta, ogni nuovo arrivo nel team, per presentare i nuovi personaggi. E scommettiamo che ci sarà da divertirsi per molte stagioni. Con attori del calibro di John C. Reilly, Adrien Brody e Sally Field, non c'è dubbio. Nei panni di Magic Johnson c'è Quincy Isaiah. Tocca a lui una delle battute più belle, che fanno trasparire la voglia di vincere, mentre è al telefono con la fidanzata. "Qui ci trattano come i Silvers. Ma io voglio essere i Jackson Five". "E Micheal chi sarebbe?" "Io, mica voglio essere Tito o Jermaine".

Conclusioni

Nella recensione di Winning Time abbiamo accostato la serie a Boogie Nights. La nuova serie HBO prova a fare proprio questo: raccontare il mondo del basket come quel film raccontava il mondo del porno, in modo sexy e intimo, irriverente e originale, provando a portarci indietro nel tempo e farci tuffare in un mondo. La serie di Adam McKay è avvincente e visivamente affascinante.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L'idea di raccontare il mondo del basket come un mondo sexy.
  • Lo stile volutamente sporco che rievoca immediatamente la fine degli anni Settanta.
  • Grandi attori, su tutti John C. Reilly.

Cosa non va

  • A chi non ama il basket e lo stile di quell'epoca la serie potrebbe non interessare.