What if…? La recensione del quarto episodio: Doctor Strange e una pericolosa ossessione

La recensione del quarto episodio di What if...?, la serie antologica animata del Marvel Cinematic Universe, che si concentra sul personaggio di Doctor Strange.

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What if...? Stephen Strange in una scena del quarto episodio

Dopo aver parlato dei primi tre episodi della nuova serie Marvel, la prima in animazione, affrontiamo la recensione del quarto episodio di What if...? con la medesima soddisfazione: il cammino della prima serie animata del Marvel Cinematic Universe continua con qualità tecnica e spunti interessanti, che potrebbero rivelarsi più significativi e importanti nell'ottica dell'universo condiviso rispetto a quanto si poteva pensare inizialmente e lo conferma in qualche modo la deriva vissuta da Doctor Strange nel quarto episodio distribuito, soprattutto trattandosi di un personaggio che è di prossimo ritorno anche su grande schermo, con il suo secondo film stand-alone.

E se... Doctor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?

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Marvel's What If...? - Doctor Strange nella serie

Tutti conosciamo la origin story di Doctor Strange, già raccontata nell'omonimo film Marvel interpretato da Benedict Cumberbatch, e il danno subito alle mani che ne ha pregiudicato la carriera di chirurgo e l'ha spinto a intraprendere un viaggio, fisico a Kamar-Taj e mistico sulla via dell'Antico. Come da tradizione della serie, Marvel's What If...? stravolge nel quarto episodio questa premessa: E se Doctor Strange avesse perso il cuore invece delle mani? E se, ripetiamo, l'incidente subito fosse andato diversamente coinvolgendo l'amata Chistine invece che una parte del proprio corpo? L'episodio diretto ancora da Bryan Andrews parte da questa premessa e racconta un percorso di Stephen Strange che diverge da quello che conosciamo e scivola in un'ossessione difficile da combattere, nel tentativo disperato di alterare la realtà in cui si ritrova.

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Le regole del continuum temporale

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Marvel's What If...? - una foto di scena

Da questo punto di partenza, l'episodio è significativo perché permette di approfondire alcuni aspetti del funzionamento del continuum spazio-temporale di casa Marvel, spiegando il concetto di "Punto assoluto" che non può essere cambiato e di paradosso, con tutto ciò che comporta crearne uno. E non crediamo sia un caso che un episodio del genere sia stato pubblicato ora, dopo l'uscita del trailer di Spider-Man: No Way Home e l'inizio del percorso finale di avvicinamento a quel film e al successivo Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Qualcosa di grosso sta accadendo all'universo Marvel, ormai dichiaratamente sulla strada del multiverso, e questo nuovo episodio ci dà un assaggio delle sfumature più cupe e pericolose che può assumere la storia. Senza trascurare un dettaglio sull'Osservatore che funge da narratore alla serie e la consapevolezza di lui che alcuni personaggi possono avere.

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Nei panni di Strange

Dottor Strange
What if...? Doctor Strange in una scena del quarto episodio

Inutile dire che anche in questo caso il cast vocale della serie rappresenta un valore aggiunto non trascurabile, per accompagnare una resa visiva coerente con la serie ed efficace per questo gruppo di personaggi: Benedict Cumberbatch torna a dar voce al suo personaggio, ma lo circondano tutti i nomi di spicco della parte mistica dell'MCU, da Rachel McAdams per Christine Palmer a Tilda Swinton che è di nuovo l'Antico e Benedict Wong ormai consolidato interprete di Wong. In particolare è significativa e intensa la prova di Cumberbatch nel tratteggiare il percorso del suo Stephen Strange nell'ossessivo sforzo di cambiare le sorti di Christine, una deriva in contrasto con il Doctor Strange bizzarro che abbiamo visto nel trailer del prossimo Spider-Man, ma che conferma quanto strano e pericoloso possa essere il personaggio con i suoi poteri, se fuori controllo.

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Conclusioni

Chiudiamo la recensione del quarto episodio di What if...? con la sensazione di aver visto una storia che è sì alternativa, ma che può avere una valenza significativa per i prossimi sviluppi dell'MCU, quasi un monito su quanto possa essere pericoloso giocare con il continuum spazio-temporale e creare paradossi, oltre che ulteriore spiegazione di quali siano le regole che regolano questi aspetti nell'Universo Marvel. Un altro episodio riuscito sia per impatto visivo, coerente con quanto visto fin qui e funzionale ai personaggi narrati, sia per le prove dei doppiatori originali, con Benedict Cumberbatch impegnato in una prova intensa per accompagnare la deriva del suo Doctor Strange.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L'impatto visivo, coerente con la serie, ma modulato sui risvolti più cupi di questo episodio.
  • La prova di Cumberbatch e degli altri interpreti originali.
  • L'episodio aggiunge dettagli importanti sul funzionamento del continuum spazio-temporale nell'Universo Marvel.

Cosa non va

  • Come per gli altri episodi, l'interesse è proporzionale a quanto piaccia o meno il personaggio di cui si racconta una storia alternativa.