Con la recensione del sesto episodio di What If...?, la serie animata Marvel disponibile su Disney+, ci troviamo alle prese con un racconto che mescola le Fasi Uno e Tre del Marvel Cinematic Universe, tornando alle origini del franchise - il viaggio di Tony Stark in Afghanistan - ma ricollegandosi anche a quello che, a oggi, è il più visto dei film individuali dedicati ai singoli eroi, quello incentrato su T'Challa alias Black Panther, già protagonista del toccante secondo episodio dello show (che era dedicato al compianto Chadwick Boseman, scomparso dopo aver registrato le sue battute per la prima stagione). E lo fa tirando in ballo uno dei personaggi più carismatici e memorabili di tutta la Infinity Saga, nonché uno dei pochi cattivi davvero affascinanti e riusciti del franchise: Erik Stevens, alias Killmonger.
E se nel 2010 le cose fossero andate diversamente...?
Nel 2008 (2010 nella cronologia interna dei film stessi) il franchise cinematografico della Casa delle Idee veniva inaugurato da Iron Man, film epocale che conteneva già molti degli elementi ricorrenti della saga (ironia, azione spettacolare, indizi sui film successivi e scene dopo i titoli di coda, l'onnipresente Nick Fury). Questo episodio di Marvel's What If...? decide di stravolgere gli eventi di quel lungometraggio, e di conseguenza dell'intera Infinity Saga: come ci ricorda l'Osservatore, le cose sarebbero molto diverse se Tony Stark non fosse mai diventato Iron Man (vedi il suo sacrificio finale in Avengers: Endgame). Ed è proprio ciò che accade in questa sede, perché anziché essere rapito dai Dieci Anelli il miliardario viene salvato dal tenente Erik Killmonger ("È un cognome tedesco?", chiede Stark). Quest'ultimo si era infiltrato nell'organizzazione terroristica (attualmente al cinema in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli), e così ha scoperto il losco piano di Obadiah Stane. Ed ecco che Killmonger si ritrova nello staff di Stark Industries, posizione che intende sfruttare per tornare nella terra natia del padre, il Wakanda.
Un ritorno irresistibile
Dal 2018, quando rubò la scena in Black Panther con le fattezze di Michael B. Jordan, si sperava che in qualche modo fosse possibile far tornare Erik Killmonger nel MCU, dato il suo carisma e statuto come uno dei pochi avversari veramente memorabili nel franchise: sorta di equivalente afroamericano di Magneto sul piano ideologico, era guidato da ideali condivisibili ma li applicava in modo estremo. La sua uscita di scena rimane tra le più indelebili della Infinity Saga: mortalmente ferito, rifiuta la proposta di farsi curare con la frase "Seppelliscimi in mare con i nostri antenati che avevano capito che la morte è preferibile alla schiavitù". Dopo la scomparsa di Chadwick Boseman, una parte del fandom ha addirittura proposto che si sfrutti il Multiverso per introdurre una variante buona di Killmonger per prendere il posto di T'Challa, in attesa di un eventuale recasting del ruolo del sovrano del Wakanda.
Chadwick Boseman: il volto della storia afroamericana
Se questo accadrà ancora non si sa, ma nel frattempo eccolo nuovamente fra noi in forma animata, con la voce di Jordan in originale (al suo fianco anche altri attori del MCU come Jon Favreau, Paul Bettany e Andy Serkis), e la scelta di concentrarsi su di lui è tra le più vincenti di questa prima stagione, sul piano della scrittura - quello di Killmonger è sempre stato un arco narrativo ricco di spunti interessanti da approfondire - ma anche su quello visivo, perché l'animazione continua a migliorare di episodio in episodio, e in questo caso rende alla perfezione l'afflato epico del corrispettivo live-action con le scene ambientate in Wakanda, accompagnate anche dalla musica di Ludwig Göransson che vinse un Oscar due anni fa. Un viaggio che, concentrandosi maggiormente sul cast di contorno (il caso vuole che il ruolo di Boseman in questo episodio sia strategicamente ridotto), dà già un assaggio di quello che potremo vedere la prossima estate in Black Panther: Wakanda Forever ed è anche un buon preludio per eventuali storie aggiuntive ambientate in questo specifico universo alternativo, sulla falsariga della decisione già annunciata degli autori di tornare a raccontare le avventure di Captain Carter nelle stagioni successive. Perché laddove altri episodi dichiaravano apertamente di aver raggiunto un punto di non ritorno (vedi quello su Doctor Strange), questo introduce un mondo che ha ancora tanto da dire. Merito anche della voce, furibonda e non del tutto irrazionale, di Killmonger.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione del sesto episodio di What If...? sottolineando come riporti in scena con intelligenza e criterio uno dei migliori villain del Marvel Cinematic Universe. Il ritorno di Erik Killmonger dà alla scrittura una carica politica e umana molto convincente, e sul piano visivo il Wakanda animato non ha nulla da invidiare alla controparte live-action.
Perché ci piace
- Michael B. Jordan rimane imbattibile nella parte di Killmonger.
- La componente visiva è potente, soprattutto in Wakanda.
Cosa non va
- Alcune delle voci originali lasciano a desiderare.