Underwater: Federica Pellegrini, la recensione: La divina, la donna e l’atleta

La recensione di Underwater: Federica Pellegrini: il documentario di Sara Ristori, che arriva nelle sale il 10, 11 e 12 gennaio, è un film dove il privato si fonde con l'epica sportiva, quella della nuotatrice italiana più grande di tutte.

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Underwater: Federica Pellegrini, una scena del documentario

"Voglio andare dalla mamma, voglio fare il piercing, fare la patente. voglio festeggiare". È una Federica Pellegrini giovanissima, che giustamente parla di quello che farebbe una ragazza della sua età. È così, con un'immagine di repertorio, uno dei tanti momenti privati che vedremo, che inizia il film che vi raccontiamo nella recensione di Underwater: Federica Pellegrini, il documentario di Sara Ristori sulla più grande del nuoto italiano, e una delle più grandi del nuoto mondiale di tutti i tempi, che arriva nelle sale il 10, 11 e 12 gennaio. Come spesso capita in documentari di questo tipo, si tratta di un film dove il privato si fonde con l'epica sportiva, diventando un tutt'uno con essa. Perché per campioni come Federica Pellegrini lo sport è totalizzante, e anche la vita privata è lo sport. Il film ha il pregio di farci vedere la ragazza, la donna che c'è dietro la campionessa, con la sua forza e la sua fragilità.

Conto alla rovescia per Tokyo 2020

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Underwater: Federica Pellegrini, un'immagine del film

Siamo a Livigno, a 276 giorni da Tokyo 2020. È il novembre del 2019. La quinta Olimpiade di Federica Pellegrini sembra lontana, ma allo stesso tempo vicina. Federica e il suo allenatore credono che il percorso sarà fatto solo di allenamenti, duro lavoro, qualifiche, e rinunce. Invece, all'orizzonte, c'è il coronavirus, la doppia chiusura delle attività, il dover rimandare tutto di un anno. Underwater: Federica Pellegrini alterna l'ultimo anno, che poi sono diventati due, di attività della campionessa, e la sua rincorsa all'ultima Olimpiade, con una serie di flashback sulla sua carriera. Che, vista tutta insieme, è qualcosa di impressionante.

La donna e la sportiva

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Underwater: Federica Pellegrini, una sequenza

Le chiavi di lettura di Underwater: Federica Pellegrini sono tante. La prima è la dicotomia, il dissidio interiore che vive un personaggio come lei. Da un lato c'è la donna che spinge per fare un'atra vita, fare quello che ha sempre sognato, i figli, una famiglia, la costruzione di qualcosa di solido; dall'altra c'è la sportiva che pensa alla quinta Olimpiade, solo a questo, nient'altro che a questo.

La divina, il buono e il cattivo

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Underwater: Federica Pellegrini, una foto del documentario

Ma possiamo leggere il documentario come un vero e proprio film narrativo, perché la storia di Federica Pellegrini è degna di un film. Mentre il countdown per Tokyo continua, c'è un primo flashback molto intenso, una storia che inizia dopo le Olimpiadi di Londra 2012. Federica arriva quinta nei 200 stile libero e decide di cambiare preparazione completamente. E sceglie Matteo Giunta, un giovane allenatore che non era visto come uno con la necessaria esperienza per prendere in mano l'atleta italiana più forte. Arriva un'escalation, un argento e poi due ori ai mondiali. Questa è una grande storia di epica sportiva e d'amore. E in ogni storia, al cinema, ci sono i ruoli. E se Federica Pellegrini è la protagonista, la diva, la divina, Matteo Giunta è allo sgesso tempo il protagonista maschile della storia d'amore, ma anche il sergente di ferro, il coach spietato di tanti film sportivi.

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Il tempo, giudice inflessibile

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Underwater: Federica Pellegrini, un momento del documentario

E poi quello che abbiamo visto è anche un film sul rapporto con il tempo. Un'entità che può essere un nemico o un amico ma - come ci spiega benissimo Federica Pellegrini - è un concetto oggettivo, è il giudice supremo, senza nessuna possibilità di perdono, senza nessuna scusa. Che sia compagno di strada o avversario, è onesto, è leale.

Il vero villain del film è...

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Underwater: Federica Pellegrini, un'immagine del documentario

Il tempo, l'acido lattico, il fiato corto, l'appagamento. Sono tanti gli ostacoli nel percorso dell'eroe. Ma in questa storia è in arrivo forse quello peggiore, il vero villain. È il coronavirus, il Covid 19. Federica ne parla al telefono la prima volta con la madre, poi assiste alle notizie dei tg. Noi vediamo le strade e le piazza vuote, i messaggi di Conte. Federica assiste e dice "basta che mi facciano nuotare". Le qualificazioni saltano, saltano anche le Olimpiadi, i giochi sono posticipati al 2021. I giorni mancanti all'evento cosi diventano 487. L'immobilità, lo stallo: cosa c'è di peggio per in atleta? In un anno si può cambiare fisicamente e mentalmente. E Federica prende anche il Covid.

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Tokyo 2020, finalmente

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Locandina di Underwater: Federica Pellegrini

Mentre nel frattempo abbiamo visto i momenti più felici e gloriosi di Federica, le Olimpiadi di Pechino con la medaglia d'oro e il record del mondo, i Mondiali di Roma con due medaglie d'oro e due record del mondo, arriviamo a Tokyo. E qui è epica sportiva pura. È come l'incontro finale di Rocky che vediamo sin da rimo round: qui vediamo la storia fin dalla prima batteria. Come un film di Rocky anche qui inizia malissimo, ma sappiamo come va a finire. La quinta finale individuale, la prima donna nella storia del nuoto a ottenerla. E un record mondiale rimane a oggi imbattuto. E ancora una volta un messaggio che ci arriva forte e chiaro: nel nuoto, forse più che in altri sport, la sfida è contro se stessi, i propri limiti, le proprie debolezze. Avere il controllo di se stessi è tutto. Federica Pellegrini ce l'ha fatta.

Conclusioni

Nella recensione di Underwater: Federica Pellegrini vi abbiamo parlato di un film dove il privato si fonde con l'epica sportiva, diventando un tutt'uno con essa. Perché per campioni come Federica Pellegrini lo sport è totalizzante, e anche la vita privata è lo sport. Il film ha il pregio di farci vedere la ragazza, la donna che c'è dietro la campionessa, con la sua forza e la sua fragilità.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Il materiale che ci fa vedere una Federica Pellegrini inedita e privata.
  • L'epica sportiva che caratterizza il film, costruita con un crescendo fino al finale.
  • I temi del film, che vanno dalla sfida con se stessi a quella con il tempo.

Cosa non va

  • Rimane un documentario piuttosto classico, senza molte sorprese.