Tokyo 2020, Federica Pellegrini rivela dopo la gara: “Matteo Giunta è il mio compagno di vita'' (video)

Federica Pellegrini, che chiude la sua carriera a Tokyo 2020, dopo la quinta finale consecutiva nei 200 stile libero ha svelato la relazione con Matteo Giunta, il suo allenatore.

Federica Pellegrini, dopo l'ultima finale olimpica della sua carriera, ha rivelato pubblicamente la sua relazione con Matteo Giunta, il suo allenatore.

Con Tokyo 2020 Federica Pellegrini ha stabilito un record: è stata la prima atleta donna a gareggiare per la quinta volta in una finale olimpica nello stesso stile, i 200 stile libero. Aveva 16 anni quando ha partecipato alla sua prima Olimpiade, Atene 2004 dove vinse la medaglia d'argento. L'oro arrivò nei Giochi di Pechino 2008, nella sua specialità dei 200 metri stile libero. La campionessa veneta quest'anno ha partecipato alla sua quinta olimpiade cogliendo la sua quinta finale.

Alla fine della gara, che ha concluso al settimo posto, ai microfoni di Elisabetta Caporale della Rai, la 'Divina del nuoto' ha raccontato la sua gioia e, trattenendo a stento le lacrime, ha voluto ringraziare chi le è stato accanto in questi anni: "Me lo sono proprio goduto dall'inizio alla fine, questa è la mia ultima finale olimpica, è il mio ultimo 200 a livello internazionale, ma è giusto così. Io tra qualche giorno farò 33 anni quindi è giusto. Penso sia anche il momento più giusto".

"Volevo ringraziare tutti - ha continuato la Pellegrini - quelli che mi hanno tifato in questi anni, quelli che si sono svegliati stanotte, la mia famiglia e il mio staff. Sono fiera di essere stata capitana in questi ultimi mesi, perché sono cosciente di lasciare una squadra che non è mai stata così forte. Sono contenta. Ci sarà un bel nuoto nei prossimi anni".

Federica Pellegrini poi ha voluto spendere alcune parole per il suo coach Matteo Giunta, suo allenatore e compagno nella vita. La coppia non è mai uscita allo scoperto pubblicamente prima di oggi, solo qualche foto 'rubata' dai settimanali di gossip. "Se non ci fosse stato lui, probabilmente avrei smesso qualche anno fa, è stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano che sportivo. La priorità era tenere l'immagine dell'allenatore e dell'atleta separati e siamo stati molto bravi in questo. È stato un grandissimo coach ed un compagno di vita speciale, spero lo sarà anche in futuro".