A tre anni dall'uscita del suo pluripremiato film d'esordio, La ragazza del mondo, Marco Danieli torna al cinema con Un'avventura, in sala dal 14 febbraio, ritrovando Michele Riondino, questa volta protagonista di una storia molto diversa da quella dello spacciatore innamorato di una Testimone di Geova, anche se sempre d'amore: l'attore è infatti Matteo, meccanico pugliese che compone musica e si trasferisce nella Roma degli anni '70 per amore di Francesca (Laura Chiatti), ragazza indipendente stufa della vita di paese. Il loro rapporto, che nel film ha un arco di quindici anni, è scandito dalle canzoni di Lucio Battisti e Mogol.
Facendo propria la lezione di Across the Universe di Julie Taymor, in cui a fare da filo conduttore sono le canzoni dei Beatles, la sceneggiatrice Isabella Aguilar ha ideato e scritto un musical che omaggia l'opera di Lucio Battisti e Mogol, grazie a una serie di canzoni ormai entrate nel DNA italiano. A Marco Danieli è stata affidata la regia e il compito di far ballare e cantare Michele Riondino e Laura Chiatti, che si sono sottoposti a lunghe prove per poter interpretare le coreografie di Luca Tommassini.
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Il canto libero e le canzoni di Battisti e Mogol
È inutile negarlo, chiunque in Italia, dagli anni '70 a oggi, si sia ritrovato su una spiaggia a cantare attorno a un falò, o a fare un lungo viaggio in macchina, a un certo punto ha intonato le canzoni di Battisti: fa parte di noi, non possiamo respingerlo. Abbiamo quindi chiesto a Danieli se ricorda quando è stata la prima volta che ha ascoltato una canzone del magico duo: "Non ricordo esattamente il brano, era un greatest hits, un'audiocassetta di mia sorella, che aveva tre anni più di me, quindi era adolescente: ho cominciato ad ascoltare musica rubando le sue audiocassette. Ce n'era una con scritto Battisti sopra ed era proprio quella dei suoi più grandi successi: alcune sono anche nel film." Proprio come in Quasi famosi: a volte le sorelle maggiori servono a qualcosa.
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Battisti tra lens flare e fantascienza
Per Un'avventura Danieli ha fatto una scelta stilistica insolita: il film è pieno di lens flare, che in genere si vedono in pellicole di altro genere, soprattutto di fantascienza. È per caso un suo modo di esprimere il desiderio di girare una storia sci-fi? Da come gli si sono illuminati gli occhi, pare proprio di sì: "Magari! Girerei immediatamente un film di fantascienza. È stata una scelta stilistica concertata con il direttore della fotografia: a me piacciono molto i lens flare delle lenti anamorfiche, che producono questi effetti orizzontali, diversi da quelli di un obiettivo sferico. Li vediamo spesso nei film americani, anche perché le ottiche anamorfiche sono un po' più preziose, costano di più, quindi abbiamo dovuto convincere i produttori ad affittarle. Secondo me è stata una scelta importante dal punto di vista fotografico e anche emotivo, perché il film è ambientato negli anni '70 e le ottiche che abbiamo scelto sono dell'epoca, hanno passato la storia del cinema italiano e hanno tutta una serie di aberrazioni, di piccole imprecisioni, che rendono l'immagine non contemporanea. È una cosa subliminale, lo spettatore non ci fa caso razionalmente: la luce in macchina ha qualcosa di non realistico, stilizza l'immagine. Ci piaceva l'idea che anche in scene realistiche di dialogo, non cantate, ci fosse la magia che fornisce la luce in macchina."
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Un'avventura, Mad Men e il sogno (vicino) delle serie tv
La protagonista interpretata da Laura Chiatti va a Roma per lavorare in un'agenzia pubblicitaria: impossibile non pensare a Mad Men. Danieli, oltre alla fantascienza, sogna anche le serie tv? Di nuovo una risposta affermativa: "Certo, ci abbiamo pensato perché ormai un regista contemporaneo non può essere snob nei confronti della serialità, soprattutto una così importante come Mad Men: parliamo di una drammaturgia sofisticatissima, che non ha nulla di meno di un film, è solo un altro tipo di drammaturgia, perché ha un altro formato. Ormai quando parli di pubblicità, anche se Mad Men è ambientato negli anni '60, il pensiero va subito lì. Fare una serie è un altro mio sogno." Quindi Danieli ha già qualcosa in mente? "Sto dialogando con dei produttori, anche perché devo dire che oggi in Italia è molto più facile che un regista venga convocato per una serie tv che per un film."
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