Ti presento i miei. Solo che papà è un vampiro, mamma una strega, e lo zio... non si sa. Nella recensione di Una famiglia mostruosa, il nuovo film di Volfango De Biasi in uscita al cinema il 25 novembre, distribuito da 01 Distribution, vi raccontiamo un film molto particolare, il tentativo di fare in Italia la nostra Famiglia Addams, qualcosa che in effetti non era stato ancora fatto. Segno che il nostro cinema si sta muovendo, e prova a tentare nuove strade. La storia di due ragazzi che, nel momento in cui scoprono di aspettare un bambino, mettono insieme le loro famiglie, dà vita a una serie di gag, a tratti divertenti, a tratti più scontate. Il risultato è meno riuscito rispetto alle premesse. Ma il film dimostra la voglia che c'è oggi in Italia di battere strade nuove. E poi c'è Lillo, che da solo vale il prezzo del biglietto.
Vampiri, streghe e Frankenstein
Luna (Emanuela Rei) e Adalberto (Cristiano Caccamo) vivono in due appartamenti uno sopra all'altro. Un giorno, complice il gatto di lui, si conoscono. Dopo due anni li ritroviamo insieme, ormai in coppia. Quando scoprono di aspettare un figlio, per Adalberto arriva il momento di presentare la fidanzata alla sua famiglia. Sembra essere un po' restio all'idea, ma non ha davvero scelta. La famiglia è davvero particolare: il padre Vladimiro (Massimo Ghini) è un vampiro, la madre Brunilde (Lucia Ocone) è una strega, lo zio Nanni (Paolo Calabresi) è una sorta di Frankenstein, ma... non si può raccontare, dovete vederlo. Luna sembra essere spaventata, Adalberto è imbarazzato. Ma poi arriva la famiglia di lei. E tutto cambia.
Una famiglia mostruosa: Lillo, Massimo Ghini e Lucia Ocone nel trailer
La famiglia Addams all'italiana, Dark Shadows che incontra Ti presento i miei
Il cinema italiano sta finalmente provando ad andare oltre, a fare cinema di genere, a fare prodotti che all'estero si fanno da sempre ma che da noi sono poco presidiati. Freaks Out di Gabriele Mainetti è la punta di diamante di un cinema che guarda al fantastico, al cinecomic, restando al contempo fedele alle nostre radici storiche, ma sono molti i film che provano a guardare oltre i soliti modelli produttivi. Una famiglia mostruosa è una commedia horror, è La famiglia Addams all'Italiana, un Dark Shadows che incontra Ti presento i mei, o anche, se volete, una sorta di Hotel Transylvania in versione live action: un all star game di mostri tipici del cinema horror. Con un tocco di ballo alla The Rocky Horror Picture Show e un altro di Un Lupo mannaro americano a Londra. Pensato per uscire ad Halloween, è stato spostato per non andare a scontrarsi con La famiglia Addams, e così arriva al cinema a quasi un mese di distanza.
E alla fine arriva Lillo
Come vi raccontavamo in occasione dell'arrivo su Rai 1 di Crazy for Football - Matti per il calcio, Volfango De Biasi è un regista molto bravo a confezionare ogni volta il prodotto giusto per la situazione, che sia un'uscita al cinema mirata, come il film di Natale, o una prima serata di Rai 1. E anche a metterci qualcosa di più. Perché Come tu mi vuoi sembrava il classico film con Vaporidis e la Capotondi, come Notte prima degli esami, ma era molto di più. E perché Crazy for football andava molto al di là dello standard della prima serata Rai. Qui si mette al servizio di un prodotto ben preciso, la commedia che scherza sugli stilemi dell'horror, una strada molto battuta da inglesi e americani, ma poco battuta da noi. E il gioco di rimandi e di scherzi sui classici del genere, seppur a tratti, funziona. Le gag su un Frankenstein che, come quello Jr. di Mel Brooks, non ha un cervello ab-normale ma è proprio senza, sono divertenti (Paolo Calabresi si supera), così come quelle sulla donna invisibile, in qualche modo strappano qualche sorriso, Massimo Ghini e Lucia Ocone sono bravi come al solito. E l'ingresso in campo di Lillo Petrolo, nei panni del padre di Luna, arricchito e coatto, cambia tono al film, che prende un'altra direzione, sicuramente divertente. Lillo è l'asso che scompagina le carte in tavola, oggi è in uno stato di grazia e può tutto. Gli assi qui sono due, perché Ilaria Spada nei panni della sua compagna, ispirata a Kim Kardashian non è da meno.
Lillo & Greg, dalla tv ai film e l'esordio alla regia
Intravvediamo qualcosa di Tim Burton, ma...
Però Volfango De Biasi qui sceglie forse la via più facile per fare un film di questo tipo. Proviamo a spiegarci. Nel momento in cui intravvediamo qualcosa di Tim Burton, del suo Dark Shadows, potremmo aspettarci un racconto sulla diversità, sull'accettazione della stessa. È un discorso che De Biasi e chi ha scritto il film hanno in mente, ma che non riesce a uscire dal film. Nel momento in cui entrano in scena Lillo e la famiglia di Luna, infatti, il messaggio diventa "c'è chi è più mostruoso dei mostri", che sì, è una chiave interessante e divertente, ma anche la strada più facile, quella di una comicità più sicura.
Un cinepanettone in costume
Quando abbiamo visto Freaks Out di Gabriele Mainetti e abbiamo gridato al miracolo per il fatto che in Italia si sia guardato a un tipo di cinema che da noi non si fa ma all'estero sì, è stato perché effettivamente il film di Gabriele Mainetti ha raggiunto i livelli di un film internazionale: scrittura, fotografia, interpretazioni, effetti speciali, tutta la produzione ha raggiunto quel livello. Qui invece, detto che per una commedia si sono usati degli effetti speciali, e spesso sono anche riusciti, la scrittura si mantiene più bassa, convenzionale, e anche la confezione, regia e fotografia, rimangono nel solco dei nostri film comici più visti. Il risultato è una sorta di cinepanettone in costume. O un film Frankenstein: il corpo da commedia horror internazionale, la testa da tipico film comico italiano. C'è ancora un elemento in una famiglia mostruosa: con Barbara Bouchet e Pippo Franco (la nonna della famiglia di mostri, diventata ormai un fantasma, e il nonno della famiglia dei coatti) torna per qualche attimo in scena la commedia italiana degli anni Settanta, ma è solo una breve suggestione. A proposito di registi, nel mezzo c'è anche una scena di puro horror (la fuga di lei nella notte in macchina) girata con tutti i canoni del genere, compresa una perfetta colonna sonora di Michele Braga. È segno che Volfango De Biasi è così bravo da fare qualsiasi cosa voglia. Ed è per questo che da lui ci aspettiamo sempre di più.
Conclusioni
Nella recensione di Una famiglia mostruosa vi abbiamo raccontato il tentativo di fare una commedia horror italiana, sullo stile de La famiglia Addams. Il film vive su una serie di gag, a tratti divertenti, a tratti più scontate. Il risultato è meno riuscito rispetto alle premesse. Ma il film dimostra la voglia che c'è oggi in Italia di battere strade nuove. E poi c'è Lillo, che da solo vale il prezzo del biglietto.
Perché ci piace
- L'idea di girare una commedia horror, genere poco battuto in Italia.
- Gli attori sono bravi: su tutti spicca Lillo, ma ognuno ha la sua parte.
- Le gag legate ai classici dell'horror a volte sono riuscite...
Cosa non va
- ...altre un po' scontate, perché si cerca la via più facile alla comicità.
- Il genere di film è di stampo internazionale, ma non lo è la confezione.