Dopo 18 anni di attività, non si può negare che Un posto al sole sia un punto fermo della televisione italiana, una piacevole abitudine per circa due milioni e mezzo di spettatori che ogni sera si sintonizzano su RaiTre per ritrovare le storie ed i personaggi a loro cari.
Ma è un'attività consolidata anche per chi lavora dietro le quinte della soap. Si capisce dal modo in cui siamo stati accolti nel corso della nostra visita agli studi Rai, dall'evidente piacere di illustrare il proprio lavoro, e soprattutto dall'atmosfera piacevole e familiare che ha fatto da sfondo alla nostra visita. Dal casting al set, soffermandoci nella sala degli autori, dove lo Script Editor Mario Donadio, il coordinatore dei soggettisti Guglielmo Finazzer, i due Story Liner Andrea Vinti e Brunella Voto ed il ricercatore Luigi Illiano hanno risposto con partecipazione alle nostre domande, rendendo l'incontro una conversazione tra amici più che una formale intervista.
Non potevamo perdere l'occasione per farci anticipare qualcosa di quello che vedremo prossimamente, in particolare di Un posto al sole coi fiocchi, trasmesso la sera del 21 Dicembre alle 21:30 su RaiTre per celebrare la maggiore età della soap. Si tratta di una puntata speciale a tema natalizio, ambientata sulle nevi di Cervinia e Valtournenche. Una trasferta con protagonisti Raffaele e Renato, con le mogli Ornella ed Adriana (Patrizio Rispo, Marzio Honorato, Marina Giulia Cavalli e Fiorenza Tessari). Le altre due storyline saranno invece ambientate a Napoli, dove Marina Tagliaferri (Giulia Poggi) farà un incontro con un ex attore di fiction interpretato da Enzo Decaro, ed a Sorrento, teatro di una romantica fuga d'amore per Luca Turco (Niko) e Cristiana Dell'Anna (Manuela), che incontreranno un curioso portiere interpretato da Corrado Tedeschi.
Brunella Voto: Nell'ultimo anno abbiamo inserito tre o quattro personaggi giovani che stanno funzionando molto bene.
Guglielmo Finazzer: Ci aiutiamo molto con i personaggi, ma ovviamente anche con nuove storie, un po' ispirandoci alla realtà, un po' alle letture, ai film o altre suggestioni. Con un gruppo di lavoro di sette o otto persone c'è sempre un certo scambio di spunti e di idee in ogni fase della produzione.
Andrea Vinti: C'è sempre un equilibrio tra il genere soap ed il cogliere una serie di innovazioni che arrivano dall'esterno. Proviamo ogni tanto a stravolgere un po' il linguaggio, a prendere qualcosa di più innovativo, tenendo però sempre presente che si tratta di una soap e non possiamo snaturarla.
Guglielmo Finazzer: Per esempio la puntata monotematica è già una rottura dello schema, perché la soap classica ha tre storie che si intrecciano. Mentre già da qualche anno, per alcuni eventi particolari, facciamo puntate che raccontano un'unica storia. E' un format di cui ci serviamo due o tre volte l'anno.
Brunella Voto: Il rischio è che lo spettatore risulti spiazzato perché non riconosce più i meccanismi.
Andrea Vinti: Abbiamo rotto varie convenzioni, per esempio con una puntata onirica.
Luigi Illiano: O quella in tempo reale. Come 24, ma basata su 24 minuti.
Ci sono episodi di questo tipo che ricordate con particolare affetto?
Mario Donadio: Per me quello di Andrea e le donne, quello felliniano. Quasi tutto incentrato sul sogno di Andrea circondato da tutte le sue ex.
Andrea Vinti: Io ricordo quello di Michele in punto di morte con il padre.
Mario Donadio: Mi fece molto ridere quello con Lucarelli che presentava la storia come un caso di Blu notte.
Guglielmo Finazzer: Poi abbiamo fatto una puntata natalizia in cui ogni personaggio veniva stravolto, quindi quello buono e mite si comportava da carogna e viceversa. E questa è una puntata che ha divertito molto anche gli attori.
Il legame così forte con Napoli è stato una scelta iniziale o è qualcosa che si è sviluppato nel corso del tempo?
Mario Donadio: Ora c'è un aggancio molto forte anche per la maggior predominanza dell'aspetto sociale. All'inizio forse c'era una visione un po' esterna, dovuta anche alla presenza del gruppo australiano, un po' oleografica di certi aspetti della città, un po' da cartolina. Ma anche all'inizio c'era un certo impegno sociale, pur non sviluppato come è ora. Anche la caratterizzazione dei personaggi è cambiata: Raffaele per esempio è uno che si è evoluto tanto, si è molto acculturato, è cresciuto, così come tanti altri personaggi. Molti ad esempio ci dicono "lo vedo da quando avevo dieci anni", percepiscono di essere cresciuti insieme a questi personaggi, perchè li hanno seguiti per molto tempo e li hanno visti evolvere.
Andrea Vinti: Questo legame con Napoli è sicuramente un valore aggiunto e vedo che soprattutto al nord, anche in chi ha una certa diffidenza verso Napoli rimane una forte curiosità. E' una cosa che accomuna tanti spettatori. Molti al nord pensano a Napoli come una specie di Far West, ma guardando Un posto al sole si incuriosiscono, fanno domande che fanno capire la diffidenza presente alla base.
Brunella Voto: Molti spettatori infatti sono del nord.
Luigi Illiano: Si cerca un po' la conferma di un'idea che si ha, il voler verificare se Napoli è veramente come se la si aspetta. Un posto al sole rappresenta un po' la città, se c'è un problema lo mostra, e fa vedere le bellezze architettoniche attraverso uno dei personaggi che è una guida.
Brunella Voto: Infatti Palazzo Palladini è cercato da molti turisti che vengono a Napoli.
Mario Donadio: C'è stato il tempo di rappresentare le sfaccettature dei personaggi e penso che la gente colga questo aspetto. I bambini che sono cresciuti. Rossella per esempio, o Silvia che all'inizio era una ventenne con comportamenti quasi adolescenziali e man mano si è evoluto in una persona vera, una mamma di famiglia con problemi veri. Per me però è Raffaele quello che si è evoluto maggiormente.
Luigi Illiano: Il tempo ha dato ai personaggi un passato ed una storia che è realmente loro. Non è solo raccontato, come accade in un film, è qualcosa che gli spettatori hanno visto e vissuto. Hanno visto il peggio e il meglio di ognuno di loro.
Per quanto riguarda le storie sociali che avete trattato nel corso degli anni, ci sono argomenti che avreste voluto affrontare, ma non avete potuto per vari motivi, per imposizioni o perchè pensavate non fosse adatto al target?
Guglielmo Finazzer: Imposizioni mai, ma è ovvio che c'è una dialettica con la rete.
Brunella Voto: Più che limiti, ci sono dei paletti.
Guglielmo Finazzer: Sono più delle scelte che si fanno, ormai sappiamo fin dove possiamo spingerci. In ogni caso le argomentazioni sono sempre legate al tipo di pubblico, non ad una forma di censura. Per esempio una storia troppo forte, in preserale per il pubblico di Un posto al sole, può essere un rischio. Ci siamo a volte autolimitati, perché ci siamo resi conto che poteva non essere il caso.
Brunella Voto: Abbiamo raccontato, però, anche lo stupro. Senza mostrarlo, ma lo abbiamo raccontato.
Guglielmo Finazzer: Sì, alla fine abbiamo toccato più o meno tutti gli argomenti, con un occhio anche all'attualità come ispirazione.
Andrea Vinti: E poi c'è stata più volte l'idea di trattare l'eutanasia, ma non abbiamo mai avuto modo di farlo.
Mario Donadio: Un tabù in realtà c'è: la politica. E' un terreno minato.
Guglielmo Finazzer: Per raccontare di un personaggio politico, bisogna per forza dare un'idea dello schieramento e la narrazione potrebbe apparire come subordinata ad un'esigenza.
Mario Donadio: A dirla tutta anche il clima abbiamo indovinato spesso ed è una cosa divertente perché c'è gente che ci dice "ma voi avete detto che pioveva, come avete fatto a saperlo!?"
Guglielmo Finazzer: A volte siamo stati un po' attaccati perché non abbiamo trattato alcuni grossi problemi, come quello dell'emergenza rifiuti. Ma al momento di scrivere la speranza era che fosse risolto già al momento della messa in onda. L'unico grosso problema l'abbiamo avuto con la maratona di New York. Quella chiaramente era già stata girata e c'erano molti riferimenti, ma per fortuna era presente anche una storia parallela, anche sentimentale, quindi è piaciuta comunque. Tra l'altro in quei giorni è stata fatta una maratona amatoriale, non ufficiale, possiamo dire che Filippo ha partecipato a quella.
Andrea Vinti: L'unica cosa veramente stridente erano Ferri e Marina che uscivano dalle camere d'albergo con tranquillità mentre in contemporanea ci sarebbe dovuto essere il disastro.