Nella sesta stagione di Un passo dal cielo, l'avevamo conosciuta come la sorella minore, ingenua e giovane, di Vincenzo Nappi (Enrico Ianniello), vice questore aggiunto di San Vito di Cadore tra le Dolomiti. Dal 30 marzo in prima visione su Rai1, abbiamo assistito al ritorno della Manuela Nappi di Giusy Buscemi in tutte altre vesti: adulta, poliziotta affermata e braccio destro di suo fratello, motociclista abile e indomita. Queste sue caratteristiche la rendono la perfetta protagonista di stagione, questa settima nuovamente prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, che andrà in onda per altre sei settimane e sei serate.
Abbiamo incontrato Giusy Buscemi in occasione della presentazione della serie alla stampa e l'attrice ci ha descritto l'evoluzione e il cambiamento di Manuela e ci ha anticipato che la ragazza nasconde un segreto. Dai tempi della saga di Smetto quando voglio fino alla seconda stagione di Doc - Nelle tue mani dove interpreta una psicologa, la carriera di Giusy Buscemi è decollata, non accenna a fermarsi ed ora raggiunge un picco, ancora nel mondo Lux Vide, nella serialità, con Un passo dal cielo 7.
Un passo dal cielo 7: intervista a Giusy Buscemi
Il femminile secondo Giusy
Ritroviamo una Manuela più adulta per un ritorno non casuale: ci sono dei nodi che devono venire al pettine?
Diciamo che abbiamo lasciato nella scorsa stagione una Manuela Nappi che andava a Belluno perché doveva specializzarsi in alcuni studi però, all'inizio di questa puntata, torna a San Vito di Cadore, con un segreto che forse l'ha profondamente cambiata e quindi deve risolvere delle cose. Vediamo un personaggio completamente nuovo, dal punto di vista estetico prima di tutto ma poi anche appunto una Manuela matura, indipendente, che deve assumersi le sue responsabilità.
Nelle note di produzione si dice: "Questa stagione si gioca sull'incontro tra femminile e maschile nelle sue infinite sfumature". Come vediamo il femminile attraverso Manuela?
È interessante perché il femminile e il maschile li possiamo vedere in particolar modo nelle figure dei fratelli Nappi. Vincenzo Nappi rappresenta un po' il poliziotto cattivo e Manuela invece il poliziotto buono. Questo è un gioco che andrà avanti un po' in tutti gli interrogatori, le volte in cui investigheremo su particolari casi. Con Manuela viene fuori attraverso un'empatia che era già nel personaggio ed è basata sull'ascolto, sul mettere l'altro al primo posto. Quello che è interessante nella Manuela di quest'anno è il suo aver appreso l'utilizzo della prossemica. Lei ha imparato a vedere attraverso dei micro-movimenti facciali e le posizioni del corpo, quello che le persone nascondono e non vogliono dire. Questa è una cosa interessante che forse c'entra anche con il femminile, il cogliere cose anche quando non sono palesemente chiare.
Giornalista, psicologa, poliziotta: l'evoluzione come attrice
Ricordiamo il tuo personaggio della giornalista precaria in Smetto quando voglio. Ora grazie a Lux Vide sei diventata prima psicologa in DOC e ora anche poliziotta.
Questo è molto bello perché c'è una crescita interessante della persona ma poi anche dei personaggi. La cosa bella è che dalla psicologa di DOC a questo, tante cose sono simili perché comunque c'è una relazione con qualcun altro e c'è un ascolto. Quindi è stato anche divertente lavorare su approcci diversi in questi personaggi.
Che tipo di percorso hai fatto, questa volta, in questa famiglia di Un passo dal cielo, come donna e come attrice?
Come donna è stato un percorso particolare perché sono tornata sul set un mese dopo aver partorito quindi diciamo che è stata un po' una sfida faticosa ma vinta grazie a tanti aiuti, perché da sola non ce l'avrei mai fatta. Da attrice la cosa bella è che ho sentito una forza maggiore e paradossalmente c'era stanchezza ma c'era anche un dare le energie giuste alle cose.